Apertura in deroga dell’impianto di Sambatello, a Reggio Calabria; aumento del conferimento, sempre in deroga, in quattro impianti pubblici già utilizzati; ricorso a impianti privati in corso di individuazione, anche con l’utilizzo di strutture mobili da posizionare dopo un’attenta valutazione ambientale: sono questi i contenuti di una nuova ordinanza della Regione in via di definizione per affrontare l’emergenza rifiuti e smaltire le 1.200 tonnellate prodotte giornalmente che non riescono a essere trattate negli impianti autorizzati che ne lavorano un’identica quantità.
A fare il punto sulla situazione è stato l’assessore all’Ambiente Francesco Pugliano incontrando ieri i giornalisti.
La nuova ordinanza si è resa necessaria, ha spiegato Pugliano, per la scadenza della precedente, firmata dal governatore Giuseppe Scopelliti, e che avrà termine il 10 maggio prossimo. L’assessore ha aggiunto che i nuovi interventi in deroga si rendono necessari dal momento che non è possibile procedere nuovamente allo smaltimento dei rifiuti tal quali.
«Devo esprimere soddisfazione – ha detto Pugliano – per l’approvazione, da parte del consiglio regionale, della legge numero 6 del febbraio scorso che autorizza il rapporto con il sistema privato che ci consente, già da alcune settimane, di smaltire 350 delle 1.200 tonnellate giornaliere di rifiuti in eccesso. Con la nuova ordinanza prevediamo la riapertura di Sambatello, disposta dopo l’ottenimento della certificazione antincendio e nelle more della procedura per l’autorizzazione definitiva, che consentirà di smaltire altre 300 tonnellate. In più è previsto l’aumento del 50% della quantità di rifiuti trattati attualmente negli impianti di Crotone, Siderno, Gioia Tauro e Lamezia.
Ciò significa che, per fare un esempio, se a Siderno si lavorano 130 tonnellate, poi si potrà arrivare a 195».
«Questi interventi – ha detto Pugliano – certo non rappresentano il raggiungimento dell’optimum ma ci metteranno in condizione di affrontare la stagione estiva nel corso della quale la produzione di rifiuti aumenterà. E visto che ad oggi non abbiamo avuto alcuna attenzione dal livello governativo, è chiaro che la questione deve essere affrontata in Calabria, motivo per il quale serve un’assunzione di responsabilità in primo luogo da parte delle amministrazioni locali e poi, in misura minima, da parte dei cittadini».
Pugliano nel suo intervento ha poi definito “indecente e incivile” il dato della raccolta differenziata fatta in Calabria.
«In passato sono stati investiti 105 milioni per un aumento della differenziata – ha detto l’assessore – ma i dati della raccolta sono rimasti invariati, il che significa che quei soldi sono stati sperperati. Nel secondo semestre del 2013, da quando il settore è stato gestito direttamente dalla Regione, ho contezza che la differenziata è aumentata, anche se i dati ancora non sono definitivi. In Calabria ci sono poi paradossi tutti nostri. Ci sono impianti per il trattamento dei rifiuti secchi ancora imballati a Crotone, Siderno, Gioia Tauro e Lamezia. E non sono stati attivati principalmente per responsabilità delle amministrazioni locali. Tra l’altro stiamo facendo una serie di incontri con i sindaci dei Comuni che smaltiscono in questi impianti, in vista di un bando per la nuova gestione, e su 160 amministrazioni interessate hanno partecipato in 21. Questi Comuni sarebbero autosufficienti se solo riuscissero a raggiungere la quota del 35% di differenziata come il decreto Ronchi prevedeva di fare entro il 2000».
corrieredellacalabria