Il Rompicalcio

Carlo, un altro angelo nel cielo di Catanzaro

Scritto da Redazione
Una giornata da ricordare, un dovere da compiere, un sogno da realizzare. Tutto quello che abbiamo imparato a poche ore dal Premio Ceravolo e il messaggio di Francesca La Forza per tutti i tifosi giallorossi
 
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Abbiamo visto un’intera città, di solito pigra e distratta dai problemi di tutti i giorni, alzarsi in piedi e battere le mani per un minuto, due minuti, forse tre minuti. Abbiamo sentito un applauso lunghissimo, partito dal fondo di un auditorium gremito, quasi a voler riunire in un solo abbraccio la platea e il palco. Abbiamo visto lì, sotto la luce calda dei riflettori e le spie delle telecamere, Francesca, una donna fiera e forte. Abbiamo letto nei suoi occhi lo stupore e un lampo di felicità che ha squarciato, magari per un attimo soltanto, le difficoltà del vivere quotidiano, della sua nuova strada.

Abbiamo visto la mamma con gli occhi rossi, carichi di ricordi. Abbiamo conosciuto la nobile compostezza del papà. Abbiamo riascoltato dalla voce rotta di Sabrina Gandolfi , della sua passione per il Catanzaro e per la vita. E ancora non ci siamo stancati. Abbiamo sentito l’ondata di calore di una moltitudine di persone per loro sconosciute, strette attorno a un nome, a un simbolo, aggregate in una comunità che abbraccia una famiglia italiana come tante. Abbiamo visto Mariella Ceravolo, figlia della storia, consegnare una targa a Francesca. Abbiamo visto Sabrina Gandolfi piangere sul palco con la città in piedi davanti. Tre donne per un’unica emozione.

Abbiamo sentito dalla voce di Francesca nuovi aneddoti di Carlo, quel suo “Forza Aquile” urlato alla famiglia nei momenti di gioia e sussurrato comunque nei momenti di tristezza e di difficoltà. Abbiamo scoperto l’umiltà e l’umanità di Oscar Brevi, con lo sguardo basso, quasi intimidito davanti alla figura di Francesca. Abbiamo visto i calciatori e i dirigenti del Catanzaro attenti e partecipi per una storia di calcio e per una comunità che non smette di stupire. Abbiamo sentito Francesca ringraziare la società giallorossa per quel gesto significativo del lutto al braccio nella trasferta di Lecce. Abbiamo letto rispetto nei grandi occhi scuri di Cesare Prandelli, uno che il dolore sa cosa significa.

Abbiamo scoperto oggi che Carlo non è solo un amico che non c’è più. Abbiamo capito che Carlo è diventato patrimonio di tutti, del Catanzaro, della città. Un simbolo di appartenenza a una comunità. Abbiamo ancora una missione, però. Abbiamo il dovere di parlare a un bambino, che aspetta di sapere cos’era il Catanzaro per suo padre. E, da oggi, anche cosa rappresenta suo padre per la città di Catanzaro. Abbiamo anche un sogno, difficile da realizzare per tanti motivi. Ma, se la comunità lo vorrà, ci impegneremo, anzi ci batteremo per farlo avverare. Abbiamo il sogno di intitolare un settore dello stadio a Carlo La Forza. Magari proprio quei Distinti, oggi tristemente chiusi per le tante, brutte storie che conosciamo. Sembra una follia, può essere un seme di speranza, di rinascita. Per lo stadio, per il Catanzaro, per la città. E soprattutto per riportare Carlo nella sua casa per sempre, accanto a Nicola Ceravolo, ad Angelo Mammì e a Massimo Capraro.

UsCatanzaro.net


 

Francesca La Forza ha voluto inviarci in redazione queste poche righe che pubblichiamo integralmente. Una sorta di ringraziamento per tutti i tifosi del Catanzaro, per la grande famiglia di Carlo, per la comunità giallorossa che ha accompagnato sempre la sua vita. Tutto quello che Francesca avrebbe voluto pronunciare dal palco del “Premio Ceravolo” e non è riuscita a fare.

Era un palco prestigioso quello sul quale sono salita per Carlo. Troppa l’emozione per la mia ferita ancora aperta. Nella testa tante parole ed immagini scorrevano veloce e, non posso nasconderlo, molte tristi. Lo avrete capito dalle lacrime. Il FORUM il suo passatempo, il filo che lo legava a distanza a questo mondo, la sua evasione, il suo rifugio. Allora solo qui potevo provare a completare i miei GRAZIE fermi in gola.

“GRAZIE alla famiglia Ceravolo e agli organizzatori di questo premio per aver scelto lui;

GRAZIE agli amici più cari, un lungo elenco nel quale ho omesso involontariamente qualcuno. Loro che con lui hanno condiviso gioie ed amarezze calcistiche e di vita, perché rinnovano il suo ricordo in un modo che riempie di orgoglio me, ma soprattutto riempirà di orgoglio ciò che di più prezioso mi ha lasciato: Francesco e Martina;

GRAZIE ai tifosi della sua squadra (e non solo) per i gesti, i significativi omaggi, gli striscioni, i messaggi accorati, cose che conserverò gelosamente;

GRAZIE ai giornalisti che hanno colto e raccontato una passione pura, pulita che rappresentava prima di tutto un amore per la sua terra, le sue radici;

GRAZIE al Catanzaro, il presidente, la dirigenza tutta, l’allenatore, la squadra per tributi come il lutto al braccio sorprendenti ed emozionanti.

GRAZIE, grazie, grazie ancora, perché perdonerete ciò che non ho detto scritto o fatto.

Metà della mia vita con lui accanto sullo sfondo giallorosso, il resto sarà un futuro su quello stesso sfondo con lui nel cuore. Vi saluto come avrebbe fatto 21 agosto 53 “AQUILE ALE’ “

Francesca La Forza

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Redazione

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