Dopo le indiscrezioni giornalistiche, che hanno portato all’azzeramento della Giunta, da parte del sindaco Abramo, il deputato Paolo Parentela si è rivolto in aula al Ministro degli Interni.
Questo è quanto è riportato sul blog del rappresentante catanzarese del movimento di Grillo alla Camera dei Deputati.
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La procura di Catanzaro ipotizza reati di concussione, corruzione, peculato, distruzione di un atto pubblico e indebita induzione a dare o promettere utilità. Tra gli indagati il sindaco Sergio Abramo, l’assessore regionale Domenico Tallini, gli assessori Massimo Lomonaco e Stefania Lo Giudice, il consigliere comunale delegato all’urbanistica Carlo Nisticò, il dirigente Giuseppe Cardamone, il vigile urbano Rocco Cristallo e l’architetto Paola Barbuto.
Veramente raccapriccianti le intercettazioni che sono state pubblicate fino ad ora: speculazione edilizia a Giovino, raccomandazioni di multe annullate, favori in cambio di rapporti sessuali, raccomandazioni per un posto al comune, ecc, ecc… Insomma, in considerazione di quanto emerge dalle prime anticipazioni ci suona oltremodo profetico l’azzeramento della giunta comunale neanche ventiquattrore prima dell’uscita della notizia sulla stampa…A questo punto il preannunciato rimpasto appare di un “tempismo” veramente impressionante! Ciò che però rischierebbe di fare maggiore rumore in questo momento sarebbe un eventuale silenzio serbato dalla società civile su quanto emerso.
Davvero abbiamo bisogno che delle eventuali condanne sottolineino una volta di più l’esistenza del sistema clientelare che soggioga da decenni questa città? Di un sistema che arriva a schiavizzare il voto in cambio della salvezza di un posto di lavoro, di un esame all’ospedale, di una multa cancellata, di un semplice certificato? Di un sistema che, quando non ha niente da offrire in cambio, il voto arriva addirittura a valutarlo in termini economici? Noi non crediamo che ai catanzaresi piaccia esser considerati alla stessa stregua di schiavi incatenati dotati di volontà solo in quanto eterodeterminata, perché dietro ogni promessa si cela un ricatto, dietro ogni baratto si cela un inganno, dietro ogni richiesta si cela un furto perpetrato ai danni della libertà di autodeterminazione da parte di chi vigliaccamente e subdolamente lucra consenso sulle miserie e sulle disgrazie altrui.