Intervistiamo

La Consulta boccia la Calabria: «Diminuite consiglieri e assessori»

Scritto da Redazione

logo_consultaCi hanno provato a fare i furbi. Come al solito. Ma non ci sono riusciti. E la Consulta puntualmente li ha fermati. Con la sentenza n. 35/2014, pubblicata ieri, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi i primi due articoli della delibera statutaria della Regione Calabria sulla riduzione del numero dei componenti di Consiglio e Giunta. Con questa delibera, approvata in prima lettura nell’ottobre 2012 e in seconda lettura nel marzo 2013, la Calabria aveva modificato il suo statuto, riducendo il numero di consiglieri e assessori regionali. Ma non abbastanza rispetto a quanto previsto dai principi di coordinamento della finanza pubblica, violando così l’art. 117 della Costituzione.

Cos’è successo in soldoni? Da alcuni anni, com’è noto, l’Italia si è accorta di avere qualche “problemino” con i numeri e i fondi spesi dalla politica. E in particolare ha capito che alcuni consigli regionali erano troppo gonfiati nei numeri rispetto agli abitanti. Per cui ha deciso finalmente di tagliare. Principi enunciati nel decreto legislativo n. 138 del 2011. Per le regioni al di sotto dei due milioni di abitanti, è prevista una diminuzione del tetto massimo di consiglieri da 50 a 30 e un numero di assessori non superiore a 6.

Cos’è successo in Calabria? Secondo le rilevazioni dell’Istat nel triennio 2010-2013, la popolazione della nostra regione è scesa sotto ai fatidici due milioni. Per la precisione, secondo l’istituto nazionale di statistica, abbiamo solo 1.958.418 abitanti. Per questo motivo avremmo dovuto ridurre i consiglieri a 30 e gli assessori a 6. Ma gli ineffabili consiglieri, fingendo di stringere i cordoni della borsa, si erano inventati quest’astuta modifica allo statuto: consiglieri ridotti a 40 e massimo 8 assessori.

consiglio_regionaleMa la fantasiosa interpretazione dei calabresi non è piaciuta alla Consulta, che ieri ha bocciato le norme regionali. E pensare che la colpa è di quelle 42.000 persone scarse. Un vero dramma per la nostra politica e per tutta quella pletora di consiglieri, assistenti, impiegatucci, autisti, uscieri, segretarie che affollano gli uffici regionali, che “tengono” famiglia, che sopravvivono aggrappati alla giacchetta del politico di zona.

Un paradosso. Tutto quel mondo che ha causato malcostume, sottosviluppo, disuguaglianze, malfunzionamenti della macchina pubblica e disoccupazione nella regione più depressa d’Europa. Tutto quel mondo che ha creato rabbia e delusione e ha costretto, per scelta o per necessità, tanti ragazzi a lasciare la Calabria, oggi viene colpito proprio dalla diminuzione della popolazione.

Ma sicuramente i nostri eroi non demorderanno. Vedremo cosa saranno capaci di inventarsi. Magari un accordo con la Basilicata per la cessione di un paio di grossi comuni lucani. O forse un referendum indipendentista in qualche enclave messinese che chiederà l’annessione alla Calabria. Una sorta di Crimea in salsa calabrese. In attesa di capire chi interpreterà il ruolo di Putin.

Ivan Pugliese

@naracauliz

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