Moreno Gallo era considerato dagli inquirenti canadesi un boss della mafia italiana di Montreal. Originario di Rovito, in provincia di Cosenza, Gallo è stato ucciso ad Acapulco, in Messico, all’interno di un ristorante italiano. Un killer vestito di nero, secondo i testimoni, ha messo fine alla storia di uno degli uomini più potenti della mala canadese, con alle spalle anche una condanna per omicidio e un provvedimento di espulsione dal Canada datato gennaio 2012.
Moreno Gallo si era trasferito in America nel 1954, lasciando il piccolo paese dell’entroterra cosentino insieme alla madre e alla sorella. In poco tempo, però, secondo gli inquirenti locali, sarebbe diventato uno dei capi indiscussi della criminalità organizzata d’oltreoceano. Esponente di spicco delle famiglie calabresi vicine al clan Rizzuto e legato anche alle potenti cosche siciliane.
Gallo (67 anni) stava cenando in un locale chiamato “Forza Italia” quando intorno alle 21.20 (le 4.20 in Italia) il killer gli ha scaricato addosso almeno 9 proiettili. Gli altri clienti del ristorante sono fuggiti in preda al panico, ma nessun altro è rimasto ferito nell’incidente. Ad Acapulco Gallo si era trasferito nel 2012 dopo essere stato espulso dal Canada nel gennaio dello stesso anno.
Gallo era stato condannato all’ergastolo per l’uccisione di uno spacciatore di droga nel 1975, che aveva presentato come legittima difesa ma che secondo la procura era in realtà un regolamento di conti per il controllo dei traffici illegali a Montreal. Nel 1983 aveva ottenuto la condizionale,revocata poi nel 2007, quando fu trovato a distribuire grosse somme di contanti in diversi locali del clan Rizzuto durante una retata. Al suo ritorno in carcere le autorità scoprirono che Gallo era arrivato nel Paese americano a soli 9 anni di età e non era mai stato naturalizzato: per un errore amministrativo, era stato considerato per decenni un cittadino canadese, quando non lo era affatto, il che aveva reso possibile il suo allontanamento.
Gallo stava comunque cercando di rientrare in Canada: i suoi avvocati avevano presentato una richiesta sostenendo che aveva problemi di salute e avrebbe anche dovuto occuparsi del panificio gestito per oltre 30 anni dalla sua famiglia nel quartiere italiano di Montreal.
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