E’ un posticipo serale quello che va in scena al “Curi” fra Perugia e Catanzaro. Duecentocinquanta giallorossi gremiscono la curva sud del settore ospite. Non sono pochi e potevano essere di più se la partita si fosse svolta regolarmente nel pomeriggio. La concomitanza con la festa della cioccolata ha fatto si che aquile e grifoni si affrontassero sotto la luce dei riflettori. Le due tifoserie non sono legate da particolari amicizie, non sono gemellate né tantomeno amiche.
Eppure prima della contesa vedere insieme a passeggio o seduti a un tavolo di un bar, tifosi delle due squadre con sciarpe al collo di colore diverso è una cosa da rilevare. In un calcio con tante repressioni e assurde regole (chiedere ai tifosi catanzaresi che cosa hanno dovuto fare per il rilascio del tagliando) riteniamo che questi siano episodi da sottolineare e che non possono passare inosservati. E’ la forza di questo portale e del suo forum che nella sua comunità virtuale ospita utenti di altre squadre che nella sana rivalità sportiva si rispettano uno con l’altro, diventando amici e nel sano sfottò vivono lo sport più bello del mondo in maniera sana e pulita per come dovrebbe sempre essere.
La sfida andata in onda ieri sera è una partita fra due squadre blasonate per i loro trascorsi. Sul termine “blasone” vogliamo però soffermarci. Tale termine è spesso usato per quelle società che nel loro palmares contano campionati importanti nelle serie superiori e che hanno un buon seguito di tifosi. Per queste due essenziali condizioni, Catanzaro e Perugia possono definirsi blasonate, però è giusto che noi catanzaresi facciamo un minimo di autocritica. I duecentocinquanta di ieri, che frequentano anche il “Ceravolo”, non hanno potuto non ammirare la struttura del “Renato Curi”. Vale a dire uno stadio vero, agibile in ogni settore e con un terreno di gioco in perfette condizioni e ben curato. Se lo paragonassimo al “Ceravolo” di oggi, potremmo dire la stessa cosa? Assolutamente no!
Se ancora oggi che il Catanzaro calcio ha finalmente trovato una proprietà, ha problemi con la struttura che deve ospitare la squadra capoluogo di regione, non ci siamo. Storia, seguito e blasone non bastano se ti presenti agli occhi della gente con spogliatoi e tribuna stampa container. Per non parlare di un settore storico come quello dei distinti, che per via dei lavori perenni sembra sia stato colpito da un missile. E cosa dire di quel terreno di gioco spelacchiato che ricorda un campo di patate? Chissà se chi di dovere leggerà queste quattro righe: noi quando usciamo dal “Sansinato” senza tanti giri di parole spesso proviamo vergogna.
E veniamo alla partita.
Il Catanzaro arriva al “Curi” da imbattuto, il Perugia è attardato in classifica e sin dall’inizio si nota una certa tensione fra i calciatori biancorossi. Sono molti gli appoggi sbagliati dai grifoni nella zona nevralgica del campo. Il Catanzaro controlla senza grossi patemi gli avversari ma non approfitta dello stato di stallo perugino. Affida le sue ripartenze all’estro di Russotto che viene però fermato anche con il classico fallo tattico. Il Perugia non punge tranne che su qualche azione a palla ferma grazie ai due centrali difensivi che salgono nell’area catanzarese. Il tecnico Camplone si rende conto delle difficoltà dei propri ragazzi e cambia spesso la posizione dei suoi esterni offensivi, ma il risultato è sempre lo stesso; anzi è il Catanzaro a rendersi pericoloso in due occasioni. Prima con un calcio piazzato di Russotto, poi con una botta da fuori di Vitiello e infine con Rigione su azione d’angolo. Alla fine dei primi quarantacinque minuti il risultato di parità è giusto.
Nella ripresa è un altro Catanzaro. Arretra troppo il baricentro sulle avanzate di un non trascendentale Perugia che sospinto dalla curva nord assedia i giallorossi che non riescono a reggere la pressione confusa dei grifoni. Il commento del resto della partita con la sequenza degli altri due goal lo trovate . Noi ora limitiamoci a qualche considerazione tecnica.
Non è una novità che la squadra di Brevi incontri qualche difficoltà quando deve costruire il gioco. Se capita fra le mura amiche con le squadre chiuse che hanno l’obiettivo del pareggio, figuriamoci quando si è in svantaggio e quando gli spazi diminuiscono. Il reparto difensivo dei giallorossi è forte e non si discute e in campo siamo ben sistemati. Siamo corti e ognuno si aiuta con il compagno. I limiti nascono quando c’è da costruire. Le ripartenze sono solo affidate alla velocità di Russotto, all’estro di Martignago (spento in questo periodo) e ai lanci (purtroppo imprecisi) di Ferraro e Rigione (il migliore con Benedetti) per Fioretti chiuso inesorabilmente nella morsa Scognamiglio – Massoni. I tre centrocampisti catanzaresi hanno le caratteristiche degli interditori e dei cursori e pur lavorando una miriade di palloni quasi mai riescono a trovare la velocità nei passaggi o il lancio e l’assist risolutivo.
Per ovviare a questo e per non costringere il tridente offensivo a essere prevedibile, in parte servirebbero dei terzini che spingono e che appoggiano il centrocampo e che non commettano pericolosi errori in appoggio (vedi Calvarese in occasione del primo goal). Brevi a sinistra gioca con un destro naturale che è Catacchini. L’ex del Frosinone non sta demeritando, ma se Ferraro subisce due ammonizioni e il Catanzaro rimane in dieci è perché deve chiudere su Sprocati, che agisce sulla corsia di Catacchini. Il terzino, in fase difensiva, non riesce a contenere perché non è la sua posizione (vedi goal preso con l’Ascoli). Infine, assodato che nel calcio moderno tutti devono partecipare al gioco, crediamo che i sacrifici che compiono Russotto (che s’immola ad esempio su una conclusione al limite dell’area nostra), Fioretti e l’inefficace Martignago pregiudicano nella fase offensiva le loro qualità, perché spesso arrivano sfiancati.
In due occasioni abbiamo notato che Fioretti non stacca di testa su un cross di Calvarese (poteva essere il goal del pareggio) e non c’è quando Benedetti arriva disperatamente dal fondo e non trova nessuno in area. Il fatto di dover inseguire e pressare gli avversari sino alla nostra trequarti difensiva pregiudica le potenzialità del bomber e anche dei nostri maggiori uomini di fantasia. Fermo restando che tutti devono essere bravi ad attaccare e difendere, è il caso di valutare che gli uomini con le caratteristiche difensive fra reparto arretrato e centrocampo abbondano. Allora, se si dispensassero da alcuni compiti difensivi i nostri uomini più estrosi, l’anemico attacco giallorosso potrebbe giovarsene.
Ora arriverà la probabile capolista Pontedera che stasera non dovrebbe avere difficoltà a battere la Nocerina. In un torneo così strano, con un Ascoli che scende a Catanzaro e raccoglie un pareggio lottando sino alla fine e che poi ieri ne prende cinque in un solo colpo dal Lecce, tutto può accadere. Nessuno è scappato in classifica e chi è attardato può recuperare, giacché alcune squadre giocheranno solo per la firma. Il Catanzaro partito a fari spenti si è imposto a suon di risultati e ha conquistato la fiducia dei tifosi che non fanno mancare il loro apporto. Avere fiducia e incoraggiare la squadra in questi momenti è essenziale perché non bisogna dimenticare che i detrattori e gli opportunisti dei momenti negativi sono dietro l’angolo. Capita alle grosse squadre (vedi lamentele del tecnico juventino Conte, figuriamoci a una piccola realtà come Catanzaro, dove nel corso degli anni anche chi portava il secchio si sentiva dirigente, socio e gran conoscitore di calcio.
Domenica si ripartirà con il Pontedera e come sempre, per quanto ci riguarda, sarà solo il campo a dichiararci le verità. Noi ci saremo e invitiamo i tifosi a esserci per ripartire senza precludersi alcun sogno. Da Perugia usciamo sconfitti ma con una convinzione: basta poco per migliorarsi.
Forza Giallorossi.
Salvatore Ferragina