È giunto anche alla nostra redazione il comunicato che il Senatore Aiello ha diffuso in seguito alla vicenda che lo ha visto protagonista delle cronache nazionali (). Parole chiare, quelle del parlamentare catanzarese, che però se possibile rischiano di rendere ancora più grotteschi i contorni di una cronaca repubblicana tutto sommato molto triste. Ma procediamo per gradi.
Aiello ammette di essere stato effettivamente assente durante la contestata votazione in Senato ma spiega: “Nella mattinata in questione avevo partecipato ad oltre il 90% delle votazioni, quando, com’è noto anche ai ridicoli delatori, è sufficiente il 30% per mantenere la diaria”.
Diaria già acquisita dunque e “ridicoli delatori” zittiti. Allora perché l’ormai celebre “pallino”- durante il 10% delle votazioni a cui il senatore non ha partecipato, s’intende – lo faceva risultare presente in aula a dispetto di ogni evidenza?
Presto detto: “Ho subìto uno scherzo di cattivo gusto, tra l’altro già chiarito con l’autore dell’azione“.
Bene, anzi male, lo “scherzo” è certamente di cattivo gusto, per il luogo scelto innanzitutto e per il momento del Paese. Proprio per questa ragione non può essere un semplice chiarimento privato l’epilogo della vicenda. Non può finire tutto, come si trattasse di un’incomprensione tra due amici al bar sotto casa.
Esprimendo piena solidarietà al senatore del Pdl chiediamo perciò che il nome del parlamentare burlone-noto evidentemente ad Aiello, altrimenti non ci sarebbe stato alcun chiarimento- sia pubblicamente e al più presto condiviso.
Non è accettabile che in Parlamento ci sia qualcuno tanto distante dai problemi serissimi del Paese da interferire nell’attività legislativa per il solo gusto di divertirsi con uno scherzo.
Senatore, ci dia ascolto e pensi all’immeritata gogna mediatica subita a causa del burlone: faccia quel nome.
Red
