Contro il Frosinone arriva la prima vittoria in campionato e insieme ai tre punti giunge la consapevolezza del valore della squadra giallorossa. Il lavoro svolto dal raggiante Oscar Brevi inizia a dare i frutti sperati a Giuseppe Cosentino (entusiasta in sala stampa) nonché al Popolo giallorosso. Il Presidente e il Mister non si risparmiano in una conferenza stampa che la dice tutta sulle aspirazioni malcelate dei due. Nella scorsa “puntata” avevamo parlato di costruzione di obiettivi, siamo stati accontentati con una prestazione tutta muscoli e cervello regalata al numeroso nonché rumoroso pubblico del Nicola Ceravolo.
A proposito del Nicola Ceravolo (vergognoso il suo stato), ne parliamo in apertura al fine di lamentare una pericolosa assenza dei riferimenti filmati anche su Sky nel corso della parentesi dedicata alla Prima divisione (non è la prima volta e ahinoi non sarà l’ultima). Campetti deserti (ma considerati a norma e con una tribuna stampa degna di tal nome) sono stati preferiti al fatiscente impianto del capoluogo di Regione calabrese. L’ennesimo campanello d’allarme per tutti: Amministrazione, Società e Tifosi che oltre alle allettanti trasferte, dovranno iniziare a mobilitarsi seriamente anche e soprattutto allo scopo di pretendere decenza e chiedere spiegazioni a coloro i quali dovranno necessariamente rispondere. Cinque milioni di bugie rifilate ai malcapitati di turno non potranno costituire patrimonio inesauribile per alibi che non reggono più.
Ma torniamo a Bindi & C. I Giallorossi, disciplinati e compatti, hanno amministrato ottimamente il match, lasciando sfogare i ciociari ad inizio gara per poi imporsi sia sul piano del gioco, che su quello agonistico. Anche Vitiello al suo esordio con la casacca giallorossa, è stato punto di riferimento importante a centrocampo e con lui tutti i compagni di squadra pronti a sacrificarsi in ogni circostanza. Bisogna riconoscere ad Armando Ortoli di avere zittito con i fatti tutti gli ingenerosi mugugni che avevano fatto da sottofondo all’arrivo dell’esperto centrocampista scafatese. Bene anche per la piacevole conferma di Martignago, vera e propria rivelazione dell’avvio di stagione. Le premesse c’erano già state nel corso del ritiro e della preparazione pre-campionato. Il valore dell’attuale capocannoniere giallorosso è stato confermato nelle partite ufficiali. Riccardo potrà rappresentare un patrimonio non indifferente per le fortune della Società. Sarebbe opportuno (senza montare la testa al ragazzo) prenderne coscienza sin d’ora onde non farsi trovare impreparati in futuro. L’ottimo Bindi ha regalato altre certezze, insieme a tutti i compagni di squadra che hanno dimostrato di essere già un gruppo compatto. Merito a tutti coloro i quali hanno pianificato il tutto per la costruzione di un giocattolo che potrà regalare molte soddisfazioni ai propri tifosi.
La prossima sfida tutta in giallorosso con il fanalino di coda (chi lo avrebbe mai immaginato?) Lecce arriva al momento giusto perché rappresenterà strumento inconfutabile di conferma delle potenzialità del Catanzaro edizione 2013/2014 e sarà interessante anche per testare la professionalità di una terna arbitrale che dovrà amministrare una gara difficilissima, con la piazza salentina che cercherà di fare leva sul prossimo appuntamento di campionato per risorgere dalle ceneri di uno start up deprimente. Al Catanzaro tutto questo non dovrà interessare anche per dare un dispiacere al sedicente mago Zenobio che domenica, 15 settembre (per l’esattezza alle ore 16:46) ha utilizzato Massimo Palanca per scippare qualche sorriso alla platea di “Quelli che il calcio” su Rai Due. Chirurgico nonché opportuno l’intervento di Nicola Savino che oltre a sottolineare l’identità del personaggio rappresentato, ne ha specificato l’appartenenza calcistica.
Dici “Lecce” e riaffiorano i ricordi del passato. Un due a zero ai danni del Catanzaro di Pino Albano e Vincenzo Guerini ad opera del Lecce di Franco Jurlano che avrebbe conquistato la promozione in “A” anche con un pari, ma si impegnò allo spasimo per battere le Aquile (in quell’occasione in completa tenuta bianca). Correva l’anno 1988. Il “Via del Mare” ricorda anche il Nola e quel Mollica goleador che fece gioire (invano) la marea di sostenitori giallorossi. Insomma ci sarebbe tanto da dire. Sarebbe bello riscrivere una storia diversa non caratterizzata da incompiuti. Ai nostri eroi il compito di rinfrancarci con una prestazione all’altezza della storia del glorioso vessillo giallorosso. Tutti presenti con il corpo e con lo spirito. Anche il “nostro” Carlo che serba in sé tutta la preziosa essenza del vero innamorato di questi due magici colori e l’imperituro affetto di tutti noi.
Giuseppe Mangialavori