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Fallito il tredici, ma la lotteria si vince a maggio

L’editoriale di Francesco Ceniti

Niente 13 per il Catanzaro. Al di là delle facili ironie, la sconfitta di Pesaro (arrivata, appunto, dopo dodici risultati utili consecutivi) apre nel peggiore dei modi il girone di ritorno. Eppure era impensabile continuare indenni fino alla fine del campionato. Domenica scorsa anche l’Arezzo dei miracoli è caduto. Certo, forse l’atteggiamento in campo dei giallorossi non è stato all’altezza della sua tifoseria (anzi, senza forse). Ma ci può stare. A parte le assenze pesanti (Corona in primis), molti si sono dimenticati delle due gare in cinque giorni (contro il Chieti si era giocato di martedì) arrivate dopo un periodo di sosta abbastanza lungo (due settimane). Un tempo utilizzato dai preparatori atletici per i richiami di preparazione in vista del rush finale (previsto per la primavera). Quindi non è da escludere che alcuni giocatori del Catanzaro abbiano accusato lo sforzo atletico.
In ogni caso il passo falso di Pesaro ha spazzato via (qualora ce ne fosse ancora bisogno) le ipocrisie sul reale obiettivo dei giallorossi. Con 33 punti già messi in cantiere, continuare a parlare di salvezza tranquilla era come cercare di nascondere un elefante dietro un grissino. Se davvero i programmi societari contemplavano un campionato di transizione, la sconfitta nelle Marche sarebbe stata salutata con un sorriso. Ma siccome gli obiettivi sono ben altri, ecco che nel dopo gara sono arrivate le dichiarazioni irritate da parte di Braglia (e dei giocatori, delusi da se stessi). Non solo, il giorno dopo Parente e company hanno rinforzato ulteriormente la rosa chiamando Antonio Morello. Insomma, la locomotiva Catanzaro riparte verso l’obiettivo promozione.
E siccome giochiamo a carte scoperte, allora diciamo fino in fondo una cosa che tutti pensano: questa C1 è la più scarsa degli ultimi dieci anni: un’occasione così non si ripeterà con tanta facilità. Dopo 12 anni di sfortuna massima, la congiuntura è ritornata favorevole per i colori giallorossi. Prima il ripescaggio che ci ha tolto da un pantano che rischiava di immobilizzarci per tantissimo tempo. Poi le mosse giuste nel posto giusto (leggi acquisti azzeccati). Ma soprattutto l’assenza di vere formazioni in grado di fare la differenza. Tanto per intenderci: il Pescara e l’Avellino della scorsa stagione non avrebbero avuto difficoltà a fare il vuoto. Così come l’Ascoli, il Palermo, il Messina, il Catania. Tutte formazioni che per conquistare la serie B hanno speso moltissimi soldi (rischiando di fallire l’obiettivo). Il Taranto, ad esempio, non centrò la promozione e la crisi economica che oggi attanaglia la società ionica nasce proprio da questo fallimento sportivo.
Il Catanzaro, invece, aveva costruito una forte squadra per la serie C2, senza dissanguare le casse giallorosse (come si era rischiato seriamente di fare nella gestione Cavallaro). Dopo il ripescaggio sono arrivati ritocchi importanti (Briano in primis), ma senza strafare. Un gruppo importante che dopo il primo periodo d’assestamento si è installato saldamente nelle posizioni che contano. Adesso, quando mancano 16 gare alla fine del torneo, ci troviamo con sette punti di vantaggio sulle seste. Un capitale notevole che difficilmente si potrà dilapidare. La promozione diretta, invece, è a portata di mano. Le nostre concorrenti saranno il Crotone (squadra rapida, ma non irresistibile), l’Acireale (che ha un percorso simile al nostro), Lanciano e Viterbese (formazioni di categoria, ma alla lunga dovrebbero mollare) e forse Teramo, Samb e Foggia se riusciranno a trovare continuità (ma per quest’ultime tre la promozione sarà possibile solo con i play off).
Insomma, d’ora in avanti ogni partita avrà un sapore particolare: passata l’euforia per una promozione arrivata in modo incredibile, bisogna guardare avanti. Dalla prossima stagione ci dovremo confrontare con illustre retrocesse (Avellino e Bari, magari), mentre la serie B darebbe linfa economica e visibilità a tutto l’ambiente giallorosso. Quindi occorre da parte di tutti uno sforzo in più. Lanciano e Benevento sono due tappe fondamentali. Ma siamo sicuri che alla fine vincerà il campionato chi avrà saputo gestire meglio le piccole crisi (inevitabili nel corso di un torneo lungo) e mantenuto compatto lo spogliatoio. Per questa ragione sfoltire una rosa troppo ampia è importante quasi come gli acquisti fatti. La società lo sa bene e infatti si sta muovendo in questo senso. Non ci deve essere nessun alibi da qui fino a maggio: se perdiamo (scongiuri d’obbligo) dovrà essere solo perché qualcuno è stato più bravo di noi. E questa ipotesi è al momento una barzelletta.

Autore

Francesco Ceniti

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