Cartellino timbrato e via… a fare la spesa, dal parrucchiere o solo due passi per sgranchirsi le gambe. Della serie: il lavoro può attendere. Oggi io, domani tu, secondo un modus operandi andato avanti per anni all’interno di alcuni uffici della Regione Calabria, a Catanzaro, e sotto gli occhi di chi, alla fine, è sbottato denunciando tutto e tutti alla Procura. Una denuncia lunga e dettagliata che, approdata tra le mani del sostituto procuratore, Carlo Villani, è adesso confluita in un fascicolo d’indagine aperto contro ignoti, al fine di verificare la fondatezza delle accuse lanciate contro le decine di dipendenti che, a quanto pare, non avrebbero proprio indossato i panni dei lavoratori “indefessi”. Tutt’altro. A dirlo sarà ovviamente il magistrato solo al termine degli accertamenti delegati ai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro (Gruppo tutela spesa pubblica), che, al comando del tenente colonnello Simonluca Turriziani, decreto alle mani, hanno già bussato alla porta degli uffici del Dipartimento al Personale della Regione Calabria per acquisire tutta la documentazione ritenuta di interesse investigativo. Lo scopo, infatti, è quello di verificare la presenza effettiva dei dipendenti in questione dietro la rispettiva scrivania, nei giorni e negli orari in cui il firmatario della denuncia li ha indicati in posti diversi e ben lontani dagli uffici regionali presso i quali prestano servizio a Catanzaro.
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