Ma per il TGR Calabria esiste Catanzaro?
Ma per il TGR Calabria esiste Catanzaro? Pare proprio di no!
Una risposta così perentoria non è il frutto di opinioni localistiche bensì di dati oggettivi, scientificamente organizzati in virtù di un’accurata indagine compiuta da una testata giornalistica locale. E i dati sono incontrovertibili e denunciano, in modo inappellabile, la faziosità e la scarsa oggettività di quello che dovrebbe essere il servizio pubblico radiotelevisivo regionale della RAI: solo il 9% dell’informazione riguarda Catanzaro, a fronte di un 46% destinato a Reggio e di un 34% appannaggio di Cosenza. Deplorevole.
A dire la verità non avevamo bisogno di leggere le statistiche per convincerci di questa anomalia: da molto tempo infatti ci battiamo affinché il TGR regionale rappresenti con equità l’intero territorio calabrese. Una delle più importanti iniziative che il nostro Movimento ha svolto in tal senso è stato il blitz del 9 ottobre 2009 presso la sede regionale ubicata a Cosenza, anche questa un’anomalia! In quell’occasione una nostra corposa delegazione, giunta appositamente dal capoluogo con un bus, chiese all’allora caporedattore Pino Nano e al consigliere d’amministrazione, on. Rositani, di verificare la fondatezza di quanto da noi lamentato. A distanza di un mese da quell’incontro, Pino Nano ricambiò la visita: fu nostro ospite presso Palazzo De Nobili e confermò la volontà di cambiare rotta ad un telegiornale da lui stesso riconosciuto effettivamente poco attento al capoluogo. Nostro malgrado, non accadde nulla.
Al peggio, però, sembra non esserci mai fine e, con l’avvento del nuovo caporedattore, Annamaria Terremoto, la faziosità si è andata ancor più aggravando al punto che quanto riscontrato dai telespettatori oggi trova autorevole conferma e dimostrazione con puntuali dati statistici. Catanzaro, che pure è il capoluogo di regione, che detiene ruoli e funzioni importanti, in cui si svolgono mostre, convegni e concerti, sede di importanti uffici ministeriali e regionali, Corte d’appello, TAR, Università, Accademie, Musei, parchi, associazioni, enti, possibile che non “produca” notizie degne di nota? Possibile che per il TGR Calabria la sagra della patata di una qualsiasi località cosentina o la presentazione di un libro in un qualsiasi comune del reggino assurgano al rango di titoli e meritino servizi, a dispetto di una moltitudine varia di notizie esistenti nel catanzarese e nel capoluogo di cui, stranamente, non si fa menzione?
E poi, i dati irrisori riferiti agli spazi televisivi riservati a Crotone e Vibo Valentia sono davvero preoccupanti.
Il problema dunque esiste. Ed è tanto grave da richiedere soluzioni drastiche, in primis le dimissioni di Annamaria Terremoto e, di conseguenza, la sua sostituzione con un caporedattore in grado di mantenersi autonomo dalla politica e dagli interessi di parte e sappia svolgere il suo mandato in modo corretto ed equilibrato.
E’ doveroso che queste soluzioni vengano sollecitate dalla classe politica e dagli amministratori locali, in particolare quelli catanzaresi giacché una corretta informazione è fondamentale per non creare effetti distorsivi come quelli in corso che, di fatto, hanno trasformato la testata giornalistica calabrese della TV di Stato in una deprimente e faziosa emittente cosentina e reggina. Sia tolto dalle mani di chi ha già ampiamente dimostrato di non possederne le capacità questo basilare strumento dell’informazione e, una volta per tutte, si porti anche la Sede regionale nella città capoluogo di regione, come avviene nel resto d’Italia. La proverbiale e consolidata obiettività di Catanzaro e la storica pratica di rapportarsi a scenari regionali sono valori innegabili e, su questi solidi presupposti, siamo certi che potrà davvero essere costruito un servizio televisivo che sia veramente al servizio di tutti i calabresi.
Catanzaronelcuore
Viva la Rai. Il telegiornale regionale calabrese ci fa rimpiangere ad ogni edizione i soldi spesi per il canone. Altro che abbonati in prima fila. Quando si tratta di dare visibilità a fatti ed eventi, siano essi positivi che negativi, relativi a Catanzaro perfino la sagra della patata silana – con tutto il rispetto per gli organizzatori e i produttori di ogni manifestazione finalizzata a valorizzare i prodotti e le produzioni locali – assume le priorità di un convegno di statisti internazionali. Tutto pur di non riconoscere al Capoluogo di Regione il rispetto dovuto nel nome dell’equità e dell’obiettività. E questa volta non è “la pancia” che parla, l’orgoglio catanzarese campanilista e di parte, lo dicono i dati che abbiamo studiato con attenzione sul giornale on line più letto della città, Catanzaroinforma.it: la denuncia della faziosità del telegiornale regionale di quello che dovrebbe essere il servizio pubblico radiotelevisivo regionale della RAI sta tutta in quel 9% dell’informazione che riguarda Catanzaro, a fronte di un 46% destinato a Reggio e di un 34% appannaggio di Cosenza.
E così – visita di ministri e personalità del mondo della politica, dello spettacolo, del sociale a parte – Catanzaro non risulta essere degno di nota per molte delle attività che si esplicano in conseguenza delle funzioni direzionali che qui si concentrano. Pensiamo ad uffici ministeriali e regionali, ma anche la Corte d’Appello, il Tar, l’unica facoltà di medicina della Calabria, tutti centri che ogni giorno sono fonte inesauribile di notizie, per arrivare ad eventi di pregio culturale e artistico internazionale come molte delle mostre che si svolgono al Marca. Non possiamo rassegnarci alla direzione lottizzata di turno in attesa della svolta politica che restituisca a Catanzaro il rilievo che merita: qui si tratta di far valere quello che per i giornalisti, di ogni “colore”, dovrebbe essere sacro, la bussola per orientarsi lungo il terreno impervio di un mestiere affascinante ma difficile: la notizia e la sua obiettività, i fatti e il loro peso, l’attenzione che meritano nella gerarchia della comunicazione. Il problema esiste, alcuni movimenti e partiti lo dicono da sempre sebbene abbiano alzato la voce soprattutto nelle campagne elettorali che si sono susseguite saltando, spesso a piè pari, lo scenario del capoluogo di regione. E’ arrivato il momento di mobilitarsi in maniera concreta per superare l’anomalia del caso Catanzaro, unico capoluogo di regione che non ospita una sede della Rai. Un punto di partenza per difendere una Città che da troppi anni viene maltrattata, spogliata, insultata, calpestata nella sua storia e nella sua identità. Una Città che vuole tornare ad essere protagonista per il bene dell’intera Calabria e non solo di questo angolo di mondo.
Roberto Guerriero
Vice presidente del consiglio comunale di Catanzaro