Sono state tutte confermate le undici condanne emesse in primo grado e poi appellate da altrettanti imputati coinvolti nell’operazione battezzata “Chiosco”, portata a termine da Polizia e Carabinieri, e diretta a sgominare una banda che sarebbe stata capace di gestire in maniera autonoma lo spaccio di stupefacenti nel quartiere “Aranceto”, zona a sud di Catanzaro. I giudici della Corte d’appello presieduta da Maria Vittoria Marchianò, questo pomeriggio, accogliendo la richiesta della pubblica accusa hanno confermato pienamente la sentenza emessa dal tribunale collegiale di Catanzaro il 6 luglio del 2012, con la quale, al termine dei giudizi abbreviati che permisero agli imputati di ottenere pene scontate di un terzo, furono condannati: a 8 anni di reclusione e 30.000 euro di multa Franco Simone Bevilacqua, a 3 anni e 6.000 euro a Massimo Berlingieri, a 2 anni e 5.000 euro Alessandro Bevilacqua, a 4 anni e 7.000 euro a Nicola Fusca, a 6 anni e 24.000 euro Alessandro Galzarano, a 5 anni e 8 mesi e 22.000 euro Luigi Miletta, a 4 anni 4 mesi e 4.000 euro Romina Passalacqua, a 4 anni e 6 mesi e 18.000 euro Claudio Procopio, a 4 anni e 2 mesi e 18.000 euro Alessandro Sestito, a 3 anni e 6.000 euro Cosimo Damiano Veneziano, a 4 anni e 18.000 euro Angelo Villella – un dodicesimo imputato, Ivan Corapi, condannato a 2 anni e 4 mesi e 5.000 euro, non compariva in appello).
Per altri dodici imputati coinvolti nell’operazione “Chiosco” il giudizio immediato davanti al tribunale collegiale si è concluso il 17 gennaio scorso con undici condanne – a pene comprese fra otto mesi e cinque anni e nove mesi di reclusione – e un’assoluzione. Tutti gli imputati sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita con l’operazione “Chiosco” all’alba del 24 giugno 2011, quando altre dieci persone furono raggiunte da un provvedimento di divieto di dimora in Calabria mentre altre sette furono indagate a piede libero (nell’inchiesta finirono anche tre minori arrestati su disposizione del tribunale per i minorenni, per i quali il procedimento procede nella sede che gli è propria). Secondo le accuse contestate, l’organizzazione sgominata dagli investigatori avrebbe avuto la gestione della piazza dello spaccio a Catanzaro sud, attraverso quello che gli inquirenti hanno definito un supermarket della droga. Cocaina, eroina, che arrivavano da Reggio e da Napoli, direttamente consegnati a casa di chi li doveva smerciare. Il gruppo criminale sarebbe stato composto da soggetti di etnia rom, guidati da Franco Simone Bevilacqua. (Agi)