Un donna di 73 anni, originaria di un paese in provincia di Siracusa, è stata trasportata d’urgenza e operata al S.Anna Hospital di Catanzaro nella serata di giovedì scorso, dopo che non era stato possibile ricoverarla in una struttura specialistica della Sicilia per mancanza di sale operatorie disponibili. La donna, giunta con l’elisoccorso del 118 dall’Ospedale Maggiore di Modica, dove era stata portata per un malore, presentava una dissezione aortica di tipo “A” dell’aorta ascendente con coinvolgimento dei vasi epiaortici, dell’arco aortico e dell’aorta discendente fino al di sotto dell’emergenza delle arterie renali. Un quadro clinico, dunque, particolarmente grave e complesso.
L’equipe medica è rimasta impegnata in sala operatoria per circa sette ore, necessarie a eseguire il cosiddetto intervento “secondo Wheat”, caratterizzato da due distinti gesti chirurgici, finalizzati alla sostituzione dell’aorta ascendente e a quella della valvola aortica. La donna, politrasfusa durante l’operazione, si trova attualmente in terapia intensiva e in prognosi riservata, nonostante l’intervento sia tecnicamente riuscito. La prognosi stessa potrà essere sciolta solo nel momento in cui sarà possibile valutare gli eventuali danni ischemici d’organo, tipici della patologia.
Sono oltre 200 i pazienti giunti al S.Anna in regime di emergenza-urgenza nei primi quattro mesi del 2013 su un totale di circa 1300. Il resto dei malati è stato ricoverato in regime di elezione. La donna siciliana è invece la prima ad essere accolta dal Centro regionale di Alta Specialità del Cuore, in emergenza-urgenza e proveniente da fuori regione. “Il nostro auspicio è che la paziente possa guarire completamente – ha detto il DG, Giuseppe Failla – anche se le condizioni in cui è giunta a Catanzaro erano particolarmente gravi e resta riservata la prognosi. Ma al di là di questo, che rimane per noi il dato più importante, non possiamo che compiacerci del fatto che, ancora una volta, il nostro ospedale venga considerato un punto di riferimento nella cura delle patologie cardiovascolari. Nel momento in cui, infatti, il ricovero della paziente non è stato possibile in Sicilia, il 118 di quella regione ha ritenuto di poter trovare nel S.Anna un’alternativa valida. È un dato significativo, che non dovrebbe sfuggire a chi, anche recentemente, ha dimostrato una certa disinvoltura e forse anche qualche superficialità di troppo nell’accostarsi al tema della cardiochirurgia”.