Esprimiamo forte dissenso nei confronti della strutturazione del servizio mensa scolastica da parte dell’Amministrazione di centrodestra. L’attuale configurazione, elaborata dalla nuova maggioranza di Abramo, prevede l’esenzione unicamente per i soggetti con indice ISEE (che comprende reddito, patrimonio mobiliare e immobiliare e caratteristiche del nucleo familiare) da 0 a 1.500 euro annui. È stato spazzato via lo scaglionamento precedente, che forniva almeno una certa proporzione tra ISEE e prezzo da pagare. Spazzate via le differenziazioni sui 1.500,01-5.000 (costo della mensa 15 euro), 5.000,01-10.000 (20 euro), 10.000,01-20.000 (30 euro), oltre 20.000 (45 euro). Il prezzo è stato alzato, ed è per tutti a 62,20 euro. La cosa che colpisce maggiormente è che con l’eliminazione delle fasce di reddito, a parte le situazioni di povertà estrema, non esiste più alcuna differenziazione tra soggetti. Troviamo inconcepibile che il servizio mensa, che è quanto mai popolare e diretto a tutti, non tenga in considerazione ciò che costituzionalmente è annoverato fra i diritti fondamentali, cioè il diritto all’eguaglianza. Diritto che si specifica, come è noto, nel compiere trattamenti eguali per situazioni eguali, e trattamenti diseguali per situazioni diseguali. L’amministrazione Abramo compie così un’altra, profonda, ingiustizia. Il problema è tutto politico. A qualsiasi obiezione si risponde che “non ci sono soldi”. Non ci sono soldi, rispondiamo, per i diritti fondamentali, per adottare politiche di (elementare) giustizia sociale. Perché se da un lato si taglia sulle mense e sui bisogni della gente comune, dall’altro si elargiscono, come già sollevato dalla minoranza di centrosinistra, consulenze all’AMC per decine di migliaia di euro all’anno di soldi pubblici. Molte famiglie saranno costrette a portare via i propri figli dalle scuole per l’impossibilità di far fronte ad un prezzo così esoso. Non c’è che dire: il buongiorno si vede dal mattino.
Servizio mense: Antonio Giglio (SEL) esprime dissenso sull’esenzione applicata
L’attuale configurazione, elaborata dalla nuova maggioranza di Abramo, prevede l’esenzione unicamente per i soggetti con indice ISEE (che comprende reddito, patrimonio mobiliare e immobiliare e caratteristiche del nucleo familiare) da 0 a 1.500 euro annui