La “bomba” esplosa attorno alla vicenda della Cardiochirurgia è ancora più emblematica di altre tristi storie catanzaresi: l’Ospedale Militare, la Scuola di Polizia Penitenziaria, la Scuola Superiore della Magistratura. Infatti il trasloco verso Reggio della cardiochirurgia universitaria che sta confezionando il governatore Scopelliti, novello Mastella di casa nostra, è l’ulteriore testimonianza di una subalternità senza smalto, da parte di “importanti” uomini politici catanzaresi di trasversale estrazione, rispetto a chi sta conducendo un loffio gioco. Il triste primato di questa vicenda, a differenza delle altre citate, risiede proprio nel fatto che stavolta non siamo di fronte a scelte romane o ad attacchi di ceppalonica memoria, ma sono scelte tutte interne alla Calabria, con la colpevole complicità della politica catanzarese. Di destra e di sinistra, anche se appare di tutta evidenza che le responsabilità maggiori ricadono su chi attualmente è al governo della regione.
Perciò ci sembrano inutili gli scambi di accuse tra le contrapposte parti politiche, così come pesano alcuni silenzi, a dimostrazione della pochezza politica vigente a Catanzaro.
Anziché prendere atto dell’ennesimo scippo e impegnarsi trasversalmente in un fronte comune di difesa, i partiti più rappresentativi si accusano vicendevolmente, in un risibile e bambinesco gioco in cui a farne le spese è non solo la città capoluogo di regione, ma l’intera comunità calabrese. La verità, lo ribadiamo, è che nessuno in Regione ha fermato né pare abbia intenzione di fermare questo pernicioso progetto che danneggia il capoluogo e la sanità in toto. Dov’erano le opposizioni mentre il centrosinistra creava le premesse per il Centro Cuore a Reggio? E dov’erano le opposizioni mentre il centrodestra spendeva inutilmente quei fondi? Non è possibile che debbano essere associazioni o movimenti civici a svolgere in solitudine il lodevole ruolo di controllori, mentre i politici di professione si svegliano solo nell’imminenza delle elezioni.
La rissa di queste ore serve solo a fare il gioco di Scopelliti che – è sempre bene ricordarlo – è colui il quale ha dato avvio alla spesa di milioni di euro per l’allestimento della cardiochirurgia reggina senza che nessuno, da ogni parte politica, a Catanzaro e altrove, si sia chiesto se la spesa fosse conforme e utile per i calabresi e quindi senza che nessuno abbia fermato un inutile sperpero.
Ci consola, per ora, il fatto che grazie all’impegno civico nostro e di pochi altri si sia innescato un dibattito giusto, senza il quale – anche questo è bene sottolinearlo a caratteri cubitali – il governatore Scopelliti avrebbe conseguito il suo scopo sotto silenzio, propinando agli ignari catanzaresi e calabresi la sua “soluzione” che – anche questa passata inosservata – presuppone pure un trasferimento in riva allo Stretto di attività assistenziali essenziali alle funzioni di didattica, formazione e ricerca svolte all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria: ovverosia, forse il Governatore sta attuando a Reggio ciò che ancora non è riuscito a Cosenza! E invece, lo scoppio di questo “scandalo”, la deflagrazione di tale polemica civile, lo ha costretto a rilasciare dichiarazioni correttive e impegnative le quali, ancorché non suffragate dal nero sul bianco, tentano di aggiustare il tiro laddove si afferma che Catanzaro avrà dei posti-letto, così come anche Reggio. A questo punto abbiamo il diritto di conoscere l’entità esatta di questo suo ultimo espediente, ossia quanti sono i posti letto destinati alla cardiochirurgia universitaria catanzarese.
E ci consola infine il fatto che il Rettore, prof. Aldo Quattrone, stia mostrando sensibilità sulla materia: lo sollecitammo qualche tempo fa circa la duplicazione di Medicina a Cosenza e anche ora, con la vicenda Cardiochirurgia, pare stia tenendo duro per salvaguardare l’Università “Magna Graecia”. Facendo le veci di tanti facili applauditori.