Con una Singolare protesta AlPoCat torna a far sentire la propria voce. Una voce di dissenso che ha un tono diverso nel coro di quanti continuano, per indifferenza o remissione, ad accettare in silenzio la situazione disastrosa in cui versa la città capoluogo di regione. Ad accogliere gli spettatori del musical “Titanic, la storia di un sogno”, andato in scena ieri sera sul palco del teatro Politeama, uno striscione con questa frase: “Catanzaro affonda come il Titanic, noi non ci stiamo”. Un paragone eloquente quello scelto dai membri dell’associazione per descrivere la condizione in cui la città si sta inabissando giorno per giorno, proprio come in poche ore il più grande e lussuoso transatlantico del mondo colò a picco nelle acque profonde dell’Oceano. Il riferimento da parte di AlPoCat è a varie problematiche che affliggono la società e senza il superamento delle quali è impossibile sperare di vedere rinascere Catanzaro, sia a livello economico che culturale. Sui volantini distribuiti durante la manifestazione sono stati richiamati temi scottanti come quello della spazzatura, l’abbandono e inadeguatezza delle strutture turistiche delle zone di mare e di montagna, e la chiusura di numerose attività commerciali del centro storico al punto da farlo apparire privo di vita. “Già in passato – ha spiegato il presidente dell’associazione Stefano Mellea – ci siamo dimostrati preoccupati per il mantenimento dei negozi di Corso Mazzini, sollecitando il sindaco ad intervenire, ma le nostre parole sono state vane. Abbiamo, dunque, deciso di passare alle azioni di protesta con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica. È necessario che i cittadini prendano coscienza della gravità della situazione per poi individuarne i responsabili e risolvere la questione. Siamo arrivati al punto – ha proseguito Mellea – che a causa della crisi e degli affitti troppo cari, i negozianti sono stati costretti a chiudere svuotando le vie del centro storico di ogni attrattiva”. Il passo successivo annunciato dai membri di AlPoCat è quello di aprire un dialogo con le istituzioni, in particolare, con il sindaco Sergio Abramo, il Presidente della Camera di Commercio ed i vari proprietari dei locali siti su Corso Mazzini con la speranza che si possa trovare un accordo e dar vita nuovamente ad una città che si sta spegnendo.
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