Tre episodi apparentemente collegati, avvenuti a pochi minuti di stanza uno dall’altro. Sono state date alle fiamme la notte scorsa le auto di tre giovani avvocati (due penalisti ed un civilista), ed i “messaggi” potrebbero essere legati da unico fil rouge: chiarire ogni dubbio, anche perché gli incendi hanno destato clamore e preoccupazione, spetterà adesso agli agenti della Squadra mobile della Questura, che già dalla scorsa notte sono al lavoro per mettere ogni tassello al proprio posto. Il primo allarme è scattato intorno all’una. Immediatamente dopo un’altra auto è andata in fiamme. E subito dopo la terza. Le macchine (una Mini Cooper, una Fiat Panda e una Mercedes classe A) erano tutte parcheggiate sotto le abitazioni dei proprietari, in tre diverse zone del centro cittadino, dunque poco distanti una dall’al – tra, esattamente in via Nuova Bellavista, in via Spasari ed in via Nunzio Nasi. Non è escluso, dunque, che siano stati gli stessi soggetti ad incendiare tutte e tre le auto. Anche perché il fatto che tutti e tre i destinatari delle probabili intimidazioni svolgano la professione di avvocato potrebbe mettere ulteriormente in connessioni i tre singoli episodi. Fortunatamente, come riferito dai Vigili del fuoco del Comando provinciale, la celerità dei soccorsi ha limitato i danni: gli incendi, infatti, avrebbero potuto provocare conseguenze ben peggiori poiché le auto erano parcheggiate in luoghi di grande affluenza veicolare. In successione, la sala operativa del 115 è stata allertata prima per l’incendio in via Nuova Bellavista, poi per quello in via Spasari ed infine per il rogo di via Nasi. Sebbene ufficialmente gli inquirenti comunichino che «le cause degli incendi sono al vaglio degli organi preposti», la pista dolosa sembra pressochè certa. Ben più complesso, invece, il lavoro degli inquirenti sul fronte delle eventuali cause dei probabili “messaggi”. Due dei tre avvocati, dei quali non rendiamo pubblici i nominativi per tutelarne la privacy, lavorano insieme nelle studio di uno dei più noti penalisti della città. Il terzo, invece, sarebbe specializzato in cause civili. Come sempre avviene in questi casi, gli inquirenti battono qualunque pista, da quella professionale a quella personale.
Gazzetta del Sud