Morte di Paolo Fazio: accorato appello del fratello Gaetano che chiede giustizia

Il ragazzo investito da un pirata della strada il 21 Ottobre scorso a Feroleto Antico non ce l’ha fatta

paolofazio.jpg“Paolo non c’è più. È spirato questa mattina è la nostra disperazione è immaginabile”. Scrive una lettera aperta, Gaetano Fazio, il fratello di Paolo il giovane che il 21 ottobre scorso è rimasto coinvolto in un grave incidente insieme al suo amico Marco Boca. I due ragazzi percorrevano la strada che da Feroleto Antico (CZ) porta a Galli, una frazione dello stesso comune. Doveva essere un pomeriggio di domenica tra amici e invece si è trasformato in tragedia. I due ragazzi in motorino sono stati travolti da un furgone bianco, un mezzo pirata del quale non si è ancora saputo nulla. Rimangono pochi frammenti d’immagini estrapolate dal video di una telecamera di sicurezza istallata davanti ad un tabaccaio. Da quella domenica Paolo è rimasto in coma nel reparto rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro dove ha anche subito diversi interventi. La famiglia ha comunicato che non è ancora possibile sapere la data dei funerali che sarà stabilita  dopo gli accertamenti disposti dalla magistratura inseguito alla morte di Paolo.  Marco  sta effettuando la sua riabilitazione a casa, dopo essere stato anche lui in coma ed aver subito un intervento chirurgico per fermare un emorragia cerebrale. “Oggi abbiamo perso il nostro caro Paolo. Aveva solo 18 anni, un ragazzo pieno di voglia di fare, gentile e vivace. Per noi  – spiega Gaetano – è un dolore immenso, ma sappiamo che è stato tentato tutto il possibile per salvarlo. I medici si sono prodigati notte e giorno e noi non lo abbiamo mai lasciato. Ma il nostro dolore è, se mai fosse possibile, ancora più atroce per l’impossibilità di sapere che cosa è realmente successo quella dannata domenica di ottobre. Chi è responsabile della morte di Paolo? Le forze dell’ordine, i carabinieri  impegnati sin dal primo momento nella ricerca del responsabile dell’incidente, hanno oggi più che mai bisogno di aiuto. Questo non è il nostro primo appello, ma tutti possono immaginare quanto oggi sia disperato. Paolo non da noi tornerà – prosegue Gaetano Fazio – ma ha bisogno di giustizia, la nostra famiglia ha bisogno di giustizia, tutte le vittime della strada hanno bisogno di giustizia. Lo sofferenza che ha subito il giovane corpo di Paolo in questi due mesi di ospedale nel tentativo di salvarlo e lo strazio della nostra famiglia è uguale a quella di molte famiglie che si trovano difronte ad una realtà così drammatica come quella che noi stiamo vivendo. La morte non porta via il dolore, anzi, lo lascia perenne nei nostri cuori in un ricordo fatto di tutto quello che i 18 anni di Paolo ci hanno regalato fino a quando lo abbiamo potuto avere con noi. Per questo suo ricordo io rinnovo l’appello a quanti hanno potuto vedere o sapere qualcosa su quello che è accaduto domenica 21 ottobre 2012 nel primo pomeriggio. Il furgone non può essere sparito nel nulla, forse è nascosto e qualcuno può immaginare che quel mezzo è lo stesso che ha investito mio fratello. A volte anche una supposizione può portare le forze dell’ordine alla verità. Quella verità che qualcuno ha nascosta dentro di se è che di certo si porta come un tormento. Spero che ci sia qualcuno che, magari con un po’ di spirito di osservazione in più, abbia potuto notare qualche anomalia utile agli inquirenti ed abbia voglia di dare una mano e che pensi alla giustizia, anche per una nostra piccola consolazione. Mi auguro che qualcuno ci ascolti e voglia iniziare un nuovo anno con la coscienza pulita. Colgo l’occasione per ringraziare il personale medico e paramedico dell’ospedale Pugliese di Catanzaro che ha fatto tutto ciò che era possibile e ringrazio tutti coloro che come amici e conoscenti non ci hanno mai lasciato da soli e anche in questi giorni di lutto manifestano la loro solidarietà. La nostra speranza ora è quella che chi ha commesso un reato così  grave come omicidio colposo e, prima ancora, omissione di soccorso possa essere assicurato alla giustizia”.

Autore

Salvatore Ferragina

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