“Sono arrabbiato per questo blocco di due mesi perché noi non c’entriamo niente con quello che è successo all’interno dei seggi. Per difendere la nostra dignità, ma anche gli stessi presidenti dei seggi, che crediamo abbiano solo peccato per errori di trascrizione , abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di indagare. Siamo stanchi di essere additati come quelli che chissà cosa hanno combinato all’interno dei seggi. Ma, soprattutto, sono amareggiato perché a pagarne le spese di questa situazione è la città di Catanzaro”.
Ha esordito così Sergio Abramo, nell’incontro con i residenti del quartiere Giovino, svoltosi al Lido Santa Fè.
“Dopo tutto quello che è stato detto a seguito della tornata elettorale dello scorso maggio – ha proseguito Abramo – ogni volta che mi raffrontavo con i livelli nazionali leggevo nei loro occhi i dubbi su come si fosse svolta l’elezione a Catanzaro e questo ha nuociuto fortemente. Nuoce molto specialmente a un sindaco che a Roma fa di tutto per attivare finanziamenti per la sua città. Ho avuto difficoltà allora, vi lascio immaginare quante ne avremo nei prossimi anni per poter riaccreditare l’immagine di Catanzaro. Inoltre, questa situazione non fa bene neppure al Centrosinistra dal momento che il Centrodestra, ad oggi, senza considerare le otto sezioni in cui si dovrà esprimere nuovamente il voto, gode già del 53% in Consiglio comunale. Quindi, anche nella remota ipotesi che venisse eletto il sindaco del Centrosinistra, si troverebbe di fronte una maggioranza che alla prima bocciatura di bilancio lo manderebbe a casa. E’ una cosa vergognosa quello che sta accadendo nella politica cittadina. In questo momento voglio essere il sindaco che si è stancato della politica, io difendo solo la mia città”.
“La politica – ha concluso Abramo – è stata sempre vista come una cosa lontana dalla gente, io sono stato tra quelli che ha contestato la politica, ma le elezioni amministrative sono un’altra cosa. O prendiamo coscienza che c’è bisogno di votare una coalizione che ha dimostrato di saper gestire questa città o ci schiacceranno. In questi mesi ho invertito il rapporto che c’è stato negli anni precedenti tra cittadini e sindaco. La mia porta è aperta a tutti, se qualcuno ha difficoltà viene da me senza appuntamento. Io ho lavorato in questi mesi dalle 9 alle 22 e se c’è un problema nei quartieri scappo sul posto. Io ho detto più volte di non voler fare né il deputato, né il senatore, né il consigliere regionale, voglio solo dedicare dieci anni della mia attività lavorativa alla mia città”. “Questa interruzione mi ha molto irritato perché stavamo lavorando bene insieme agli assessori e ai consiglieri e oggi ci ritroviamo a dover rivotare. Questo smacco, secondo me, lo dobbiamo restituire attraverso il voto del 20 e del 21 gennaio. Se non ci dovesse essere la nostra vittoria al primo turno, significherebbe bloccare definitivamente la città, ne deriverebbe una devastazione della città da cui non ci riprenderemmo più. Abbiamo deciso di non impugnare la sentenza del Tar, abbiamo deciso di fare la campagna elettorale come sappiamo fare, vogliamo andare al voto, recuperare questi due mesi che andiamo a perdere e, quindi, il 21 gennaio vogliamo riprendere con forza quello che abbiamo lasciato”.