E’ da una settimana che Tallini e Abramo continuano ad avvelenare i pozzi. Adesso l’ultima buffa trovata, di pessimo gusto tra l’altro, e’ la mossa di denunciare presidenti e scrutatori. Ma perche ‘ non l’hanno fatta prima? Ma soprattutto cosa faranno nei prossimi giorni: denunceranno le penne e le matite che non funzionavano, il materiale delle schede, il tempo piovoso della mattina del voto? La verità e’ che non sanno a cosa appellarsi per scaricare le responsabilita’ e continuare a fingere. E’ triste dover pensare a quanta assenza di dignita’ si registri in entrambi. Abramo avrebbe dovuto dimettersi gia’ il 9 maggio se avesse avuto un solo briciolo di dignita’ perche’ in politica dinanzi a un coima di cosi grave irregolarita’ diffusa, ci si dovrebbe fare da parte e facilitare procedure trasparenti che offrano pieno mandato ad una nuova amministrazione. Il duo che tiene sotto scacco la nostra Catanzaro ad ogni modo continua a non leggere la motivazione del Tar e a vivere sulla luna. Il problema di questa elezione stando alle carte e’ un misto di cio’ che e’ avvenuto dentro ma soprattutto fuori dai seggi. L’ipotesi della scheda ballerina e quella del voto comprato, le doppie annoazioni, le schede con la medesima calligrafia, presunti intrecci tra qualche presidente e ambienti molto vicini a pezzi di centro destra, vogliamo ripeterlo per l’ultima volta, sono fatti che riportano presunte e forti responsabilita’ politiche fuori dai seggi. E quindi, lo ribadiamo, Tallini e Abramo invece di preferire l’attacco alla difesa, rispettino un religioso silenzio e facciano autocritica. Sono loro i responsabili politici veri dei due commissariamenti che hanno umiliato la nostra citta’prima con le dimissioni di Traversa e oa con i brogli. Dovrebbero chiedere scusa e pagare di tasca propria i soldi delle due elezioni, i soldi eventuLmente persi dalla citta’, i ritardi di tutti i lavori da due anni a questa parte e i soldi della causa al tar che hanno, come la loro scarsa etica ovviamente impone, fatto pagare interamente alla collettivita’. E hanno ancora il coraggio di parlare…
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