CATANZARO  Il Natale più felice, calcisticamente parlando, degli ultimi 15 anni giallorossi. Passato da poche ore ormai, tra migliaia di baci e abbracci, innumerevoli brindisi, attorno a tavolate dove le recenti gesta di Giorgio Corona e compagni hanno tenuto banco tra un boccone e l’altro. Mai come quest’anno. Presente e futuro del Catanzaro stimolano sana allegria, il passato non è più solo un nobile ricordo da coccolare e difendere dagli sfottò altrui. Dopo quattro mesi dal vago sapore d’incredulità , l’augurio più di moda tra supporters è che l’anno prossimo sia ancora più esaltante, e senza nessuna magagna di palazzo.
C’è voglia di vittoria vera, desiderio d’esultanza adrenalinica. Come quella che ti assale quando la palla gonfia la rete avversaria, lo stesso istante o l’attimo successivo, mentre urli la gioia incontenibile che solo un gol decisivo può dare. Un gol, novanta minuti più recupero, magari anche un nuovo giro play off. Cosa importerebbe, questa volta. Battipagliese e Benevento, Sora e Acireale fanno sorridere adesso. Organico da C2, ansia da quarta serie. La speranza natalizia di ogni tifoso delle Aquile volta le spalle al freddo di questi giorni, e fa un salto temporale per riscaldasi al sole della prossima primavera. Questa volta è in gioco la B, e dalla partita con il Chieti in poi sarà una corsa ricca d’emozioni. Belle o brutte che siano scriveranno tutta un’altra storia, nuove pagine che potrebbero anche lasciare l’amaro in bocca. Ma non c’è cuore giallorosso che non si prepari a viverle, una dietro l’altra.
OGGI, AL CERAVOLO. Appuntamento allo stadio, alle 14.30. Il rientro dei calciatori e dello staff tecnico dalle proprie città d’origine, segna la ripresa degli allenamenti a poco più di dieci giorni dall’ultimo match del girone d’andata. L’avversario è il Chieti. L’ex di turno è Piero Braglia, fino allo scorso maggio comodamente seduto sulla panchina abruzzese, senza dimenticare Silvio Lafuenti. La sfida ha dunque i suoi significati latenti, aggregati ai soliti. Già , perché conquistare 3 punti potrebbe valere la testa della classifica se Viterbese e Acireale ciccassero le rispettive gare. Tre punti in più, per sottolineare col botto il dodicesimo risultato utile di fila. L’allenatore del Catanzaro ha le sue grane.
In attesa che dal mercato di gennaio arrivi “quel qualcosa in più” che la dirigenza guidata da Claudio Parente e Massimo Poggi potrebbe già avere in mano, la lista degli infortunati si è allungata. Le ultime vittime, rese tali dalle terribili condizioni del Ceravolo, sono il giovane Francesco Piemontese e Christian Biancone. Ma se per il primo i tempi di recupero sono subito apparsi accettabili  15 giorni, a meno di complicazioni  la distorsione al ginocchio accusata dall’attaccante di Guidonia ha destato qualche preoccupazione in più. Biancone, messo fuori gioco il mercoledì precedente alla trasferta di Teramo, ha dovuto aspettare tre giorni prima di effettuare la necessaria visita di controllo. Non è proprio chiaro, ma per rivederlo al massimo toccherebbe un mesetto. Peccato. Il giorno stesso, durante la visita del Catanzaro agli stabilimenti della Guglielmo, Biancone aveva espresso soddisfazione per il suo rendimento.
Tre gol, ma di quelli pesanti, e senza mai partire da titolare. Può bastare? No, a sentire le sue parole. «Ogni calciatore si allena per giocare, quindi anch’io vorrei un posto in squadra. Ma le scelte le fa il mister, e a noi tocca accettarle. Sono comunque soddisfatto, perché il Catanzaro è un ottimo gruppo e il mio contributo finora è stato importante. Tuttavia vorrei fare di più, molto di piùŠ».
Un po’ sfortunato Biancone, che a Pescara era arrivato per fare da prima punta, poi un infortunio lungo tre mesi lo aveva dirottato in panchina in una squadra che nel frattempo viaggiava lanciatissima verso la cadetteria. Il suo apporto lo diede ugualmente, con fredda e produttiva lucidità . Ora a Catanzaro cerca spazio in un tridente offensivo che ruota attorno a Corona, ma che non è chiuso a nessuno.
L’augurio, anche solo per restare in tema, è che Biancone torni prima possibile a sudarsi quell’agognata maglia da titolare.
Ivan Montesano