Rendo noto che giorno 8 novembre 2012 con protocollo 84885 ho chiesto un parere urgente con risposta scritta al Segretario comunale di Catanzaro, figura di garanzia, sollecitando un suo repentino intervento sulla questione dei rapporti di lavoro esterni all’Ente.
Ancora non ho avuto alcuna risposta ma questo sembra essere ormai prassi consolidata al Comune di Catanzaro.
Ho chiesto nello specifico di conoscere tutti i rapporti, numero e qualifiche, che legano tutti i soggetti esterni all’Ente che quotidianamente, da più di 2 mesi, prestano servizio negli Uffici dell’Amministrazione Comunale di Catanzaro.
A tal proposito ho chiesto che venga reso pubblico l’ “atto” come dispone l’art. 53 dello Statuto comunale con il quale tali soggetti sono entrati nella “dotazione organica del personale” ed ho chiesto anche in base all’ art. 55 sempre dello Statuto comunale con quali criteri di professionalità, di durata, economici e contrattuali vengono regolamentate queste collaborazioni esterne.
Questo non solo in ragione dei criteri di selezione che, a meno non si tratti di ben indicato staff fiduciario, devono avvenire in maniera pubblica e sempre e comunque con soggetti che devono essere scelti in base all’alto contenuto di professionalità. Ed oltretutto non ho notizia di nessun concorso e di nessuna selezione pubblica a tale scopo. Ma il mio intervento è anche a tutela dei diretti interessati, a fini previdenziali e assicurativi, e nel rispetto della legge nonché in ragione del migliore utilizzo del personale già interno all’Ente.
La questione non è secondaria anche perché il ricorso ad esterni ha, o almeno potrebbe averne in futuro, implicazioni con la spesa pubblica per un Comune che è nel pieno sforamento del patto di stabilità e che per questa ragione ha dovuto tagliare su servizi essenziali ai cittadini ed aumentare drasticamente le tasse.
A questo si aggiunga che questi soggetti esterni non sono ad ora regolarmente legati all’Ente e quindi non devono rispettare l’articolo 55 dello Statuto comunale “diritti e doveri dei dipendenti” per quanto attiene alla correttezza, tempestività e responsabilità nei propri incarichi. Gli esterni non sono tenuti nemmeno a rispettare il Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici approvato nel 2000 che vincola i pubblici dipendenti alla riservatezza, dovendo rispettare gli stessi la privacy degli utenti. Non di secondario è infatti che questi soggetti senza alcun legame con l’Ente sono in continuo o occasionale contatto con documentazioni riservate dei cittadini, degli uffici e degli organi istituzionali.
Al termine della mia interrogazione al Segretario ho anche aggiunto che mi sembra ingiustificabile che ai Consiglieri comunali non è consentito, senza alcun motivo, l’utilizzo del programma interno, a fini di di controllo cityware, più volte richiesto, attraverso password e sistemi di protezione, mentre a soggetti privi di rapporti con l’Ente è concesso l’utilizzo di terminali dello stesso Ente con l’accesso ai relativi dati e l’accesso a documentazioni cartacee riservate con la potenziale possibilità della loro manomissione.