Intervento di Rizza sulla questione della paventata apertura della facoltà di medicina e chirurgia presso l”Università della Calabria.
In un momento di crisi economica, sociale e politica essere responsabili, per chi ricopre un ruolo pubblico, dovrebbe rappresentare un naturale e spontaneo obbligo. Ecco perché fare delle proposte, che non hanno alcun fondamento oggettivo, diventa un gesto di vera irresponsabilità. Nessun intento polemico nei confronti di chi ha pensato che lo sviluppo di un territorio possa passare dall’attivazione di una nuovo corso si laurea di medicina e chirurgia in Calabria. Solo un riflessione viene spontanea. Non sono questi tempi in cui si può pensare di dividere e parcellizzare, è il momento di valorizzare le potenzialità e lavorare su un’unità che significhi sviluppo omogeneo ed integrato. I campanilismi e le prese di posizione troppo spesso hanno bloccato delle iniziative che certamente rischiavano di essere impopolari, ma che avrebbero portato ricchezza in termini economici e sociali. La Calabria è una sola, e questo ha senso non solo dal punto di vista geografico. Continuare a lavorare sulle divisioni renderà difficile, a chiunque, la governabilità di un territorio che è stato consumato dai populismi di una politica che non ha pensato al collettivo, ma sempre e soltanto al particolare interesse. Qui non si tratta più di Catanzaro, di Reggio o di Cosenza. Qui è in ballo la tenuta sociale di un’intera regione che, o inizia a pensare e pensarsi in termini di unità e di prospettiva europea, o è destinata a scomparire e perdere la partita della competizione e della competitività con il resto d’Italia e non solo. Valorizzare un sistema di interscambio regionale e di comunicazione agevole, investire nelle infrastrutture, queste sono proposte responsabili che puntano a mettere in circolo risorse, umane ed economiche. Ieri era cardiochirurgia, oggi la facoltà di medicina, domani qualsiasi altra cosa. Non è possibile ragionare sull’oggi, come non è possibile pensare al particolare. Invitiamo, dunque, la deputazione parlamentare calabrese, tutta unita, a fare uno sforzo comune per non disperdere energie e a concentrasi, finalmente, su un progetto Calabria che parta dalle peculiarità di ogni territorio e proietti la nostra amata Calabria verso dimensioni che la mettano al passo, positivo, con l’Europa.
Gruppo consiliare Pd: si alle riprese televisive del Consiglio Comunale
Adottare il servizio di riprese audio visive delle sedute del Civico Consesso rappresenterebbe un grande esempio di democrazia e di trasparenza che adeguerebbe la città di Catanzaro alle tante realtà del territorio nazionale che già adoperano tale servizio.
E’ quanto affermano, in una nota, i consiglieri comunali di opposizione del Partito Democratico Salvatore Scalzo, Lorenzo Costa, Vincenzo Capellupo e Francesco Passafaro.
E’ necessario – prosegue la nota – che i cittadini catanzaresi abbiano la possibilità di partecipare e valutare tutte le azioni che l’amministrazione comunale metterà in essere. In un periodo storico in cui l’antipolitica sembra prendere il sopravvento, la mancanza di fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti, si trasmette consequenzialmente anche nelle istituzioni. E’ necessario, quindi, colmare il più possibile le distanze che intercorrono tra le istituzioni e i cittadini, abbattendo tutte le barriere che non favoriscono il dialogo e la trasparenza sulle dinamiche di governance. Tutto ciò – conclude il gruppo consiliare del PD – sarebbe realizzabile in tempi ristetti indicendo un bando pubblico per l’affidamento del servizio di ripresa televisiva e trasmissione in modalità diretta e differita delle sedute del Consiglio comunale e delle Commissioni consiliari.
Fabio Lagonia (UDC): si faccia subito chiarezza sulla vicenda di Medicina a Cosenza
La vicenda dell’eventuale apertura di una facoltà di Medicina a Cosenza merita una presa di posizione ferma e perentoria che vada nella direzione di bloccare sul nascere pretese bulimiche che mal si conciliano con l’auspicata armonizzazione del sistema universitario calabrese, con le oggettive difficoltà economiche del momento e con una desiderabile virtuosa cooperazione fra gli atenei della nostra regione.
Pertanto sono da condividere le riflessioni di chi, dall’interno del comitato provinciale UDC, invita l’intera <>. Infatti la questione non riguarda solo la nostra città, né quella brutia: l’argomento deve essere inquadrato in una prospettiva regionale giacché aprire o chiudere un’istituzione universitaria non è esattamente come aprire o chiudere un negozietto da ciabattino.
Qui bisogna capire se sia sostenibile che ogni città debba avere un’Università, un aeroporto e un duplicato di qualsiasi ufficio, ente o istituzione, o piuttosto se non sia il caso di operare scelte più virtuose che tendano a valorizzare le singole vocazioni e quindi garantire cooperazione fra territori senza produrre sprechi.
In quest’ottica leggiamo l’odierna presa di posizione del prof. Aldo Quattrone che sottolinea tutto il suo interessamento per la difesa dell’ateneo catanzarese, di cui egli è Rettore. A tal proposito ci informa d’aver sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione in esecuzione del DPGR n. 7 del 26/01/2012 e del DPGR n.11 del 10/02/2012 che all’art. 1 comma 2 recita: “la sede universitaria dei corsi di laurea delle professioni sanitarie è l’Università di Medicina di Catanzaro”. Che però contraddice un altro accordo, firmato appena quattro giorni prima, con cui il governatore Scopelliti stipula un protocollo d’intesa (DPGR n. 77) fra la Regione Calabria e l’Università “La Sapienza” di Roma al fine di attivare corsi di laurea nelle professioni sanitarie presso l’ASP di Cosenza!
Ci sono brume assai equivoche. Ingigantite dalle dichiarazioni del vice-coordinatore regionale del PDL, Antonio Gentile, il quale ha gagliardamente dichiarato che questo atto di Scopelliti è il preludio all’istituzione di una facoltà di Medicina a Cosenza.
A questo punto riteniamo che la faccenda debba essere bloccata sul nascere e che occorra chiarirne ogni aspetto, per evitare spiacevoli ed inutili contrapposizioni all’interno del sistema universitario calabrese e fra i relativi territori. Inoltre non bisogna dimenticare che l’Ateneo “Magna Graecia” proviene da un periodo critico che ha visto la soppressione di Veterinaria e l’accorpamento delle scuole specialistiche mediche a quelle di Napoli e Bari, creando disagi agli studenti e depotenziando servizi e prestigio dell’Università.
Per tutte queste ragioni è condivisibile l’invito di chi chiama a raccolta l’intero partito affinché si faccia immediatamente promotore di un’iniziativa di responsabilità politica che chiuda la vicenda con la serietà di giudizio che la medesima vicenda impone. Non la vigliaccheria, né l’opportunismo e nemmeno la convenienza, ma è la coscienza di sapere che una battaglia è giusta che deve indurre a prendere posizione.
Sergio Costanzo: “Girifalco diventi nuovamente il punto di riferimento pubblico regionale”
“La prossima chiusura degli ex ospedali psichiatrici non deve trovarci impreparati. Ai pazienti che dovranno tornare nella nostra regione dobbiamo assicurare adeguata assistenza, ma soprattutto strutture degne di una società civile”.
E’ ciò che ha dichiarato Sergio Costanzo, consigliere provinciale, all’indomani della visita nella nostra regione del Ministro della salute Renato Balduzzi che a Reggio Calabria ha partecipato ad un apposito convegno, alla presenza de governatore Giuseppe Scopelliti.
“Come ben sappiamo – continua Costanzo – dagli inizi del 2013 ogni regione dovrà gestire con i propri servizi di Salute Mentale, in proprie strutture residenziali, i pazienti psichiatrici autori di reati. Tale passaggio comunque non è affatto, ad oggi, tranquillo e rassicurante, perché si chiudono sì i sei ospedali psichiatrici giudiziari nazionali, ma rimangono in vigore tutte quelle “misure di sicurezza” attualmente in essere, salvo eventuali modiche.
La data definitiva per la chiusura degli ex Opg è il 31 marzo 2013. Per quella data le persone che hanno cessato di essere “socialmente pericolose” dovranno essere dimesse e prese in carico, sul territorio, dai Dipartimenti di salute mentale. Si prospettano pertanto alcuni mesi di intenso lavoro che porterà a profondi cambiamenti. Ci chiediamo se la nostra regione, ma soprattutto la nostra provincia, è pronta ad affrontare questi cambiamenti, malgrado il presidente Scopelliti dia risposte rassicuranti. Il ruolo dell’ex Monumentale potrebbe quindi essere importante, non solo perché Girifalco ha una lunga tradizione assistenziale nel settore, ma soprattutto perché possiede gli spazi adeguati per affrontare al meglio le sfide che ci attendono.
Ci viene solo un dubbio. Ma l’attuale struttura è accreditata o no? Su questo aspettiamo risposte.
Il Complesso Monumentale, a nostro avviso, deve diventare il punto di riferimento pubblico regionale. Ribadiamo pubblico, perché crediamo che molti privati, come hanno fatto per altre strutture, potrebbero metterci le mani.
La grande tradizione girifalcese nella cura delle patologie psichiatriche – tra l’altro bene evidenziata nel volume “Storia del manicomio di Girifalco” del compianto dottor Domenico Marcello – dovrà rappresentare il punto da cui ripartire, se si vogliono davvero cambiare le cose. Tutto ciò mettendo a disposizione medici ed operatori altamente qualificati, ma soprattutto strutture degne di essere chiamate tali. E gli spazi, per affrontare al meglio questa sfida, ci sono tutti. A partire da quelli di contrada Serra, ora abbandonati dall’Asp. La stessa ristrutturazione non dovrebbe essere nemmeno difficile, visto che esistono fondi appropriati. Né a nostro avviso si può pensare a siti diversi da Girifalco per tanti motivi, tra i quali rientra proprio quella cultura dell’accoglienza, propria dei cittadini girifalcesi.
Ci sono ancora i tempi necessari per non arrivare impreparati al 2013. Il nostro auspicio è che nessuno si sottragga alle proprie responsabilità. Girifalco merita di riappropriarsi di quel ruolo di primo piano che aveva nel panorama regionale e che la politica degli anni passati le ha sottratto. La sfida lanciata nei mesi scorsi dall’ex vicesindaco Salvatore Vonella va raccolta con grande senso di responsabilità da tutti i soggetti direttamente coinvolti (Asp, regione, comune) per ridare vitalità ad un territorio che è stato più volte fortemente penalizzato.
Area Liberale Italia : a proposito di energie rinnovabili:Come sarà la centrale a biomasse di Alli?
Come, il neo Sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, intende realizzare l’annunciata centrale a biomasse di Alli?I concetti di “sostenibilità” ambientale e territoriale, di “rinnovabilità” e di “pulizia” della fonte di produzione, saranno adeguatamente tenuti in considerazione? Sono questi gli interrogativi che, in attesa di conoscere maggiori dettagli sul progetto, noi del movimento Area Liberale Italia – e come noi riteniamo moltissimi catanzaresi preoccupati per la propria salute da un lato e per la propria economia dall’altro – ci poniamo e che giriamo ai cittadini del capoluogo.Poichè, siamo però consapevoli che produrre energia comporta sempre e comunque un sacrificio in termini ambientali sia esso pagato sotto forma di inquinamento atmosferico (come nel caso della biomassa) o di inquinamento acustico e deturpamento dei paesaggi (come nel caso dell’eolico) – noi di Area Libarale Italia – ci auguriamo che a Catanzaro (ma non solo qui) nel progettare e realizzare nuovi impianti, si tenga adeguatamente conto delle peculiarità e delle caratteristiche del territorio.il modello sin qui adottato in Calabria – costituito da mega-centrali interamente private destinate a chiudere nel giro di pochi mesi per difficoltà a reperire i materiali da bruciare, estremamente inquinanti ed “insostenibili” per i territori che le accolgono – si è rivelato fallimentare.Ma ancora peggio sarebbe – a nostro avviso – qualora si pensasse di poter risolvere il problema rifiuti di Catanzaro attraverso una centrale a biomassa, in quanto si tratterebbe a tutti gli effetti di un inceneritore mascherato.Il problema dei rifiuti, secondo il gruppo di studio istituito dal nostro Movimento, si risolve attivando circuiti virtuosi di differenziazione e smaltimento, non certo bruciandoli. Di gran lunga più positivo sarebbe – è questo il parere dei nostri esperti- il modello di piccole centrali, entro 1 megawatt di potenza, compartecipate dal Comune e strutturate per il teleriscaldamento gratuito dei quartieri limitrofi. Ciò garantirebbe al contempo maggiori entrate per le casse comunali e un parziale ristoro per le popolazioni che subiscono gli effetti negativi della vicinanza ad una centrale a biomassa. Resta comunque più di un dubbio sul luogo prescelto: Alli. Detto sito è già gravato dalla presenza della discarica, di una centrale a turbogas e, prossimamente, di un parco eolico da 30 aerogeneratori da 140 metri l’uno.Sarebbe il caso, quindi, di dislocare in maniera più razionale tali interventi sul territorio, abbandonare il modello della mega-centrali per operare la scelta di una diffusione uniforme di piccole centrali con le caratteristiche già descritte (dimensioni ridotte, compartecipazione pubblica, teleriscaldamento gratuito).Così facendo, da un lato si porrebbe uno stop all’inevitabile freno allo sviluppo della vocazione turistica ed agro-alimentare della regione, costituito dalla massiccia presenza di impianti di produzione energetica sul territorio calabrese; dall’altro si porrebbe la parola fine al continuo scempio paesaggistico ed ambientale causato dalla realizzazione di impianti eolici installati lunga la fascia costiera, anche in prossimità di rinomati siti turistici o archeologici, o dal sorgere di mega-centrali a biomassa in zone di pregio paesaggistico o a ridosso di luoghi incontaminati.Si porrebbe, altresì, un deterrente (per perdita d’interesse) all’influsso delle associazioni criminali sul mercato delle energie rinnovabili che — come abbiamo avuto modo di evidenziare alcuni giorni or sono, traendo spunto dell’allarme lanciato da Anna Maria Tarantola (nel corso della sua audizione di fronte alla Commissione Parlamentare Antimafia) –, sono fortemente attratte dagli attuali sistemi di finanziamento del settore. In quell’occasione, così per peraltro come riportato da diversi organi d’informazione (tra cui citiamo ad esempio l’Agenzia parlamentare per l’informazione politica ed economica “AgenParl”), Area Liberale Italia, tracciando un quadro sulla situazione delle fonti di energia rinnovabile con particolare riferimento alla Regione Calabria, ha già posto l’accento sull’attuale necessità di una produzione energetica che sia quanto più pulita possibile e, tendenzialmente, rinnovabile all’infinito, partendo dall’assunto che i concetti di “rinnovabilità” e di “pulizia” della fonte di produzione, comunque, non si esauriscono al 100%.
Circolo Il Rinnovamento: il 16 a Cariati per una Calabria diversa
“Il circolo Il Rinnovamento, di Corrado Di Donna con i propri associati, parteciperemo alla manifestazione indetta per il prossimo sabato 16 giugno a Cariati alle ore 17.30 , per ribadire il nostro no al piano regionale che prevede l’apertura indiscriminata di nuove discariche e per sostenere quei territori che non si vogliono vedere privati dei servizi essenziali come le scuole, gli ospedali ed il lavoro.
La manifestazione di Cariati indetta da varie associazioni dell’alto e medio Jonio calabrese , è un evento importantissimo che rappresenta la nostra vicinanza come realtà associativa residente nel capoluogo di regione , ai problemi che affliggono anche gli altri territori calabresi e che non ci esentano di manifestare comunque affianco a chi rivendica giustamente i propri diritti.
Il nostro sostegno non è politico né ideologico, bensì dettato da un esigenza spontanea di sostenere queste battaglie – affermando – una lotta unitaria di territorio, in difesa dei servizi pubblici per i cittadini, contro una classe dirigente che ha fatto dello smantellamento del pubblico servizio e delle privatizzazioni un vessillo imperante, dalla sanità alla giustizia, fino alle infrastrutture, all’ambiente, all’energia.
Non mancherà mai il nostro sostegno al movimento “Le Lampare” di Cariati, Comitato anti-discarica di Scala Coeli, Comitato in difesa di Bucita e del territorio di Rossano ed infine al Movimento “Acqua, terra, aria e libertà” di Crotone , quando gli interessi da difendere sono gli stessi di noi catanzaresi, perché lo spirito di solidarietà tra le varie realtà locali è l’unica via di uscita per creare una valida alternativa all’attuale governo Monti e più in generale alla classe politica che susseguendosi negli anni, ha comunque insufficientemente sostenuto lo sviluppo e la crescita della Calabria, rendendola invece la pattumiera dei rifiuti di altre regioni italiane.
In conclusione , un appello a chi a Catanzaro si ritiene veramente sensibile a queste problematiche ad unirsi al nostro gruppo ed a sostenere una battaglia di popolo che porta come slogan “Meno discariche, più ospedali, più lavoro”,venendo a manifestare con noi a Cariati il 16 giugno!”
Tallini elogia Colosimo per la nomina alla Sacal ed esalta il presidente Speziali
“La nomina di Massimo Colosimo nel Consiglio d’amministrazione della Sacal accentua, in modo positivo, il profilo manageriale della società che gestisce il principale aeroporto calabrese. La scelta operata dal sindaco Sergio Abramo va in questa direzione e rafforza l’opera che sta portando avanti il presidente di Sacal, l’ing. Vincenzo Speziali, per affermare lo scalo lametino nello scenario dei trasporti aerei nazionali e internazionali.
Colosimo ha sicuramente competenze e qualità che saranno molto preziose in un Consiglio d’amministrazione chiamato ad assumere importanti decisioni e dare indirizzi ad una politica di ulteriore sviluppo di un aeroporto che serve direttamente il Capoluogo di Regione e il suo vasto bacino.
Occorre, parallelamente, dare atto al presidente Speziali di avere ottenuto, in questi anni, risultati straordinari e insperati che collocano Lamezia Terme tra gli aeroporti più dinamici e attivi del Mediterraneo: basterebbe ricordare il record assoluto di passeggeri, l’allargamento dell’offerta con i recenti collegamenti low cost con Francoforte e Parigi e prossimamente Venezia, l’apertura della VIP Lounge dotata di moderne tecnologie e angolo biblioteca.
L’azione dell’ing. Speziali è da ritenersi altamente positiva e non a caso viene sostenuta con convinzione dal presidente Scopelliti e dall’intera Giunta regionale che vedono nell’aeroporto di Lamezia Terme uno dei cardini della politica di sviluppo, soprattutto quella legata al turismo e ai servizi.
In definita, saluto con soddisfazione la contemporanea presenza nel CdA di Sacal di due manager che, ne sono sicuro, agiranno in piena sintonia e con la stessa filosofia per fare di Lamezia Terme uno dei più importanti scali italiani”.
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