Non possiamo che condividere la riflessione di quanti, il giorno dopo l’ultima seduta del consiglio comunale, quella dedicata al riequilibrio di bilancio trasformata in rissa per fortuna solo verbale tanto da spingere l’opposizione fuori dall’aula, hanno parlato di una pagina triste della storia amministrativa di Palazzo de Nobili. In quel turbinio di epiteti, rivendicazioni, frasi sconnesse, prevaricazioni, schiamazzi e offese dalle diverse sfumature, con la maggioranza al proprio posto a mostrare i muscoli d’argilla, e la minoranza costretta a lasciare i propri scranni indignata per impraticabilità del campo, non ci sono stati né vincitori né vinti ma un’unica sconfitta: la città di Catanzaro. I veleni della campagna elettorale offuscano le menti preoccupate di chi forse teme l’esito del ricorso al Tar Calabria, che si pronuncerà nel merito il 22 novembre. Ma non basterà questa decisione a cambiare il destino di una città che arranca, economicamente e socialmente, culturalmente e moralmente. Fino a quando le regole democratiche, dentro e fuori dall’aula rossa, saranno considerate un corredo dello svolgimento della vita amministrativa, prigioniera delle beghe di partito, degli egoismi di orticello, dell’avidità di potere fine a se stessa, Catanzaro continuerà a soffrire, asfissiata dalle emergenze e prosciugata nell’entusiasmo. Per questo invitiamo la presidenza del consiglio comunale a inserire all’ordine del giorno delibere, pratiche, argomenti di interesse collettivo, dalla sanità al ruolo dell’Università, gestendo i lavori con la massima equità e trasparenza, nel nome del futuro di una città che vuole rinascere e vincere.
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