Ponte Bisantis

Questi fantasmi

Scritto da Redazione
Il defunto FC, gli imprenditori, la politica: il Catanzaro è solo ma ha ritrovato la passione della sua gente, nonostante le due sconfitte. Le riflessioni di Giuseppe Bisantis

Devo ammettere che nonostante il mio inguaribile ottimismo non avevo buone sensazioni prima della partita contro il Benevento. Non mi erano piaciuti i giorni precedenti, non mi era piaciuto quel tornare sulle pagine dei quotidiani sportivi e non sportivi per vicende extracalcistiche. Chiariamo subito. L’attuale società del presidente Cosentino non c’entra niente, anzi è parte lesa e fa bene a tutelarsi in ogni grado di giudizio. Ma il solito pressapochismo della mia categoria ha fatto presto a fare due più due. “Tredici giocatori del Catanzaro“…e no, diciamo noi…tredici EX giocatori del Catanzaro, cacciati via insieme a quella accozzaglia di pezzenti che con grande incompetenza contribuiva in maniera determinante ad affossare la nostra squadra.

FANTASMA FC – Non avevano i soldi per pagare la bolletta del telefono ma firmavano contratti doppi, tripli, quadrupli forse con la garanzia che qualcosa poi sarebbe successo. Ora è vero che i vari Pittelli, Soluri, Ferrara, Aiello, Bove, Santaguida non sono aquile (in tutti i sensi) ma essere così scellerati è troppo anche per loro. C’era qualcuno, forse tra quelli che ho citato chissà, che avrà detto loro: “Tranqullli, che si risolve tutto…“, altrimenti non si spiega. Mentre scrivo non so a che punto sia arrivato il procedimento giudiziario, ma spero di cuore che qualcuno paghi per davvero. Finora il solo Bove, vecchio ultras, da quanto ne so non è messo tanto bene. Gli altri sono tutto sommato tranquilli. Si sa che in questo paese se rubi non finisci in galera ma almeno per chi è rimasto a Catanzaro spero che la loro residenza dorata diventi una sorta di arresto domiciliare di fatto.

GLI IMPRENDITORI – In pratica chiudersi in casa e non uscire per la vergogna. Sarebbe già qualcosa… E questo vale anche per quei prodotti del vivaio giallorosso coinvolti nella vicenda. Ma c’era altro che minava il mio consueto ottimismo. Quella conferenza stampa di Cosentino in cui il presidente accusava politici e imprenditori locali di averlo lasciato da solo. Anche qui niente di nuovo sotto il sole. Dell’imprenditoria cittadina si può dire tutto il peggio. Intendiamoci. Nessuno è obbligato a spendere i propri soldi per il Catanzaro tanto più in un periodo di crisi economica dove la priorità deve essere il mantenimento dei posti di lavoro. Sarebbe gradito però che nessuno si facesse bello con la cosa più bella che abbiamo in città, cioé la squadra. Promesse non mantenute, promesse al vento sono tutto quello di cui non si ha bisogno. Quindi sarebbe gradito un dignitoso silenzio.

LA POLITICA – Peggiore è la situazione della politica locale perché gli amministratori sono lì per far funzionare al meglio la città e per sfruttare al massimo le risorse a disposizione. La squadra di calcio porta vantaggi al Comune in termine di immagine e non solo. Lo stadio, così come i cinema, i teatri, il tribunale, le scuole, gli ospedali, le strade, è un bene della città. Lasciarlo cadere a pezzi, lasciarlo monco e soprattutto ammettere di fatto l’incapacità di ricostruire una gradinata – perché di questo si tratta – è un segnale di resa totale. A Cagliari, parliamo di una Regione che sta peggio di noi, è stato messo su in tre mesi uno stadio da diciottomila spettattori buono per la serie A. E da noi sono buoni a fare promesse, progetti stile Star Wars, ma quando c’è da prendere la cazzuola in mano “Scusate, non si può…“. Chi fa politica a Catanzaro, Destra, Sinistra, Centro, Liste Civiche e quant’altro, andrebbe preso a “schicchere nelle orecchie” solo perché fa politica a Catanzaro. Ma, salendo un po’ di livello, dove sono i cinque milioni di euro già stanziati dalla Giunta Regionale? Arriveranno… E qui, caro presidente Cosentino e caro Mister Cozza, vorrei ricordarvi la vostra arrabbiatura quando un ultrà della Reggina, che è anche presidente della Regione, fu sommerso dai fischi nel giorno della festa del Catanzaro e dei tifosi catanzaresi. Voi vi arrabbiaste parecchio. Oggi forse ci pensereste un po’ prima di chiedere le scuse pubbliche alla gente che pagava il biglietto.

IL PALLONE – Tutto questo, unito alla obiettiva difficoltà del campionato di Prima Divisione, mi ha fatto seguire con troppa tensione la partita contro il Benevento. Due sconfitte consecutive ci possono stare anche se si hanno progetti ambiziosi. Sarà anche il momento più difficile della sua presidenza, caro Cosentino, ma le assicuro che molte squadre iniziano il campionato con difficoltà e poi cominciano a volare. Sarà così anche per noi se fattori esterni non influiranno. L’entuasiasmo c’è ancora, l’applauso dopo la sconfitta è un segno di maturità. Qualche giocatore deve trovare il suo stato di forma ottimale, qualcuno probabilmente soffre la categoria superiore, ma squadre scafate come il Benevento ne troveremo tante altre. Manteniamo la calma e stiamo tutti uniti, possimo prenderci anche quest’anno grandi soddisfazioni. Il Ceravolo deve tornare a essere insespugnabile. Non perdevamo in casa da due anni, dai tempi degli Spartani, proviamo a costruire un nuovo record. Iniziando da subito. Perché, come recitava un inno una volta suonato allo stadio prima delle partite, “per chi viene quaggiù non c’è niente da fare“…

Giuseppe Bisantis

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