Per luned’, 17 Settembre 2012, è stato proclamato dal SLC, Fistel e Uilcom, lo sciopero nazionale di otto ore per il rinnovo del contratto nazionale, che in Calabria è applicato a oltre 15 mila addetti.
Oltre ad i dipendendenti delle maggiorni aziende di Telecomunicazioni, Telecom, Vodafone, Wind, Sielte, incroceranno le braccia migliaia di giovani impiegati nei vari call center dislocati su tutto il territorio regionale.
Le crisi già aperte in alcuni importanti call center ed altre società di Tlc mettono a repentaglio migliaia di posti di lavoro non a causa del crollo dei volumi di attività ma unicamente per il cambio di appalti che si spostano da regione a regione, o all’estero, inseguendo incentivi statali o l’azzeramento delle retribuzioni dei dipendenti, o altri stati dove il costo del lavoro è decisamente inferiore.
Dopo l’interruzione delle trattative a seguito dell’indisponibilità di Asstel a negoziare le clausole sociali, i lavoratori del settore incroceranno le braccia per l’intera giornata con manifestazioni e presidi che si terranno in tutte le principali città italiane.
In Calabria le segreterie regionali di SLC, Fistel e Uilcom realizzeranno sit-in di protesta presso le sedi di Confindustria di Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza.
In linea con i presupposti del Governo e i richiami di tutte le istituzioni, forze politiche e sociali, i sindacati di categoria ritengono indispensabile disciplinare all’interno del rinnovo contrattuale la materia degli appalti, offrendo continuità occupazionale a decine di migliaia di lavoratori che oggi rischiano di trovarsi disoccupati ad ogni cambio di commessa.
Disciplinare questa materia rappresenta una norma di civiltà e di corretta competizione sul mercato. E’ inaccettabile che le aziende affrontino i problemi posti dalla crisi scaricando tutti i costi sui lavoratori attraverso gare di appalto ed esternalizzazioni basate sul principio del cottimo e che scatenano una competizione che premia le aziende che pagano di meno i lavoratori, sino ad arrivare all’utilizzo di lavoro nero e irregolare o a sfruttare unicamente gli incentivi statali e regionali.
A tutto questo il 17 settembre i lavoratori del settore risponderanno compatti confidando che la parte migliore delle imprese convenga sulla necessità di introdurre serie regole nella tutela del lavoro. Se è devastante perdere il lavoro a causa della crisi industriale è del tutto inaccettabile perderlo non perché il lavoro non c’è ma perché viene spostato in un’altra regione o in un altro Paese nell’ottica che meno certezze hanno i lavoratori più basso sarà il loro costo.
Chiediamo a Asstel, in linea con quanto chiesto dal Governo alle parti sociali, invito accolto da Confindustria, di riaprire il tavolo negoziale per individuare soluzioni in grado di far crescere la produttività salvaguardando l’occupazione che oggi rappresenta la vera priorità del Paese. Come afferma il Presidente del Consiglio Monti, abbiamo di fronte un autunno difficile, al senso di responsabilità delle imprese si aggiunge la responsabilità di non farlo diventare un autunno pieno di contrasti sociali.