Il grande bluff della sinistra è stato scoperto. Le verifiche della Prefettura sulle sezioni indicate dal TAR hanno totalmente sgonfiato il teorema delle “illegalità diffuse” che avrebbero inquinato il voto di Catanzaro. Le centinaia di schede “scomparse nel nulla” nei seggi, denunciate dalla sinistra nei suoi avventurosi e incauti ricorsi, sono per miracolo ricomparse e i conti tornano nella stragrande maggioranza delle sezioni. Si era partiti da 39 sezioni contestate, poi scese a 21 per decisione del TAR, mentre oggi bisogna solo chiarire alcuni aspetti su appena 5 sezioni.
Quando nelle prossime sedute la commissione prefettizia avrà modo di effettuare gli ulteriori chiarimenti sulle cinque sezioni, il numero delle schede autenticate e non utilizzate, già sceso a meno di 40, scenderà ulteriormente, forse nemmeno arriverà alle dita di una mano, per la grande delusione della sinistra.
Per meglio fare capire l’infondatezza e la strumentalità dei ricorsi, basta citare l’esempio clamoroso della sezione numero 70 dove, secondo i legali della sinistra, sarebbero mancate all’appello ben 204 schede vidimate e non utilizzate. Una semplice verifica della commissione ha appurato che le 204 schede erano regolarmente nell’apposita busta.
E ancora alla sezione 26 dove secondo la sinistra mancavano 119 schede, mentre dalla verifica è risultato che sono state restituite 204 schede che è il numero esatto che risulta dalla differenza tra le schede complessivamente autenticate e quelle scrutinate.
Alla sezione 11, altro esempio, i ricorrenti lamentano che nel verbale non erano state indicate le schede autenticate e non utilizzate: dalla verifica è risultato che sono state restituite 129 schede (128 regolari+una non regolarmente autenticata ma comunque restituita) che è il numero esatto che risulta dalla differenza tra le schede complessivamente autenticate e quelle scrutinate; quindi non è sparita nessuna scheda.
Avremmo voluto non intervenire sulla prima fase delle verifiche, per rispetto del TAR e della Prefettura, ma l’arroganza e la protervia di alcuni legali che vorrebbero una sentenza “politica” e che addirittura gridano alla vittoria ci hanno imposto di ristabilire la verità vera su quanto sta avvenendo nel lavoro di verifica.
Dovrebbero ammettere, questi legali prestati alla politica (o forse meglio questi politici prestati alla professione), di avere clamorosamente fatto cilecca con ricorsi superficiali, strumentali e privi di riscontri che certamente saranno respinti dai giudici amministrativi per la loro palese infondatezza.
Dovrebbero avere più rispetto per le istituzioni e attendere con serenità il responso delle verifiche, che continueranno per altre tre riunioni, e infine del TAR. Noi ribadiamo che l’elezione di Sergio Abramo è pienamente legittima, sancita dalla volontà popolare, con un voto democraticamente e liberamente espresso. I primi riscontri vanno sicuramente in questo senso.