“Mentre il comparto sanitario cittadino perde pezzi e centralità, l’ombra lunga dell’incertezza si staglia sempre più cupa sull’orizzonte lavorativo dei decine e decine di lavoratori del settore, e a pochi giorni dalla notizia che i pazienti esterni al Policlinico universitario non potranno accedere alla Pet si aggiunge la decisione di non consentire agli esterni nemmeno l’uso della Tac, la maggioranza di centrodestra al governo della città di Catanzaro continua ad accapigliarsi sull’utilità della convenzione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e il Bambin Gesù di Roma. Una resa dei conti tutta interna che strumentalizza la speranza delle famiglie diventata illusione di archiviare l’emigrazione sanitaria che, invece, resta una triste realtà”. E’ quanto scrive Roberto Guerriero, capogruppo dei Socialisti-ecologisti al Comune di Catanzaro.
“C’è bisogno di chiarezza e trasparenza – scrive Guerriero – ma non solo per sciogliere i nodi e i dubbi della maggioranza sull’operato dei medici del “Bambin Gesù”, sul futuro della facoltà di medicina dopo il rigetto del ricorso dell’Università contro l’istituzione dei corsi di professioni sanitarie a Cosenza. Quale migliore occasione di una seduta di consiglio comunale ad hoc per sviscerare le problematiche relative alla sanità cittadina in tutte le sue sfaccettature, alla presenza del rettore dell’Ateneo “Magna Grecia”, che magari potrebbe essere interpellato sulle ragioni della decisione di non permettere l’utilizzo di Pet e Tac agli esterni. Vogliamo capire quali implicazioni le restrizioni del tavolo Massicci che il commissario regionale alla sanità, nonché governatore della Calabria, continua a spacciare per grandi risultati di una politica di contenimento della spesa e taglio del deficit. A distanza di qualche mese e troppi silenzi, prima di tutto della maggioranza di centrodestra che a quanto pare non ama il confronto su argomenti spinosi – e la sanità è uno di questi – rilanciamo la proposta di trasferire il dibattito dalla stampa all’aula rossa, il luogo deputato al confronto tra i componenti della massima assemblea elettiva. Alla ricerca, speriamo non vana, di una dimensione diversa del dibattito troppo spesso fine a se stesse: dalle parole ai fatti, che significa redigere uno straccio di proposta per cercare qualche risposta concreta per la collettività, visto che siamo stati eletti per questo”.