Che la città di Catanzaro vivesse adesso la crisi che nel resto d’Italia era arrivata almeno tre anni fa, era noto. Locali e negozi chiusi dappertutto, Corso Mazzini svuotato di contenuti ma ricco di auto, nessuno svago nel centro cittadino e i cinema storici chiusi, falliti. Insomma, al rientro dalle vacanze, i catanzaresi si troveranno davanti una città spenta e una sgradevole sorpresa: il cinema teatro “Comunale”, dopo cinquantatré anni di attività, si è trasformato in un “Passalibro”. Evidente segnale della decadenza globale di Catanzaro, dello scarso appeal che la cultura ha nel cuore della città.
Ora potremmo star qui a chiederci di chi siano le responsabilità, parlando di anni di politica incapace di programmare e di guardare al futuro. O potremmo puntare il dito contro gli imprenditori, incapaci di capire che il panorama cittadino si stava modificando rapidamente (leggasi nascita di centri commerciali e cinema multisala nell’immediata periferia), incapaci quindi di guardare a fonti di finanziamento sovranazionali per investire e riconvertire la propria offerta adattandola al nuovo scenario (il Politeama è in rovina, le tante associazioni e compagnie di teatro e danza catanzaresi non hanno un luogo dove esibirsi, per esempio…). Purtroppo, però, faremmo solo dietrologia, scadremmo nella sterile polemica del tutti contro tutti senza offrire un contributo progettuale alla causa della città, riusciremmo solo a lamentarci come in tanti sono capaci di fare sulle colonne dei giornali.
E allora facciamo una proposta concreta, per la quale offriamo anche la nostra collaborazione attiva di giovani professionisti che hanno deciso di rimanere a Catanzaro: la Comunità Europea, già nel 2007, ha avviato il progetto “Media 2007”, con cui sostiene la cultura e la diffusione delle produzioni audiovisive europee attraverso, anche, la riqualificazione e la riconversione di sale cinematografiche. Perché allora non pensare ad un progetto integrato, che coinvolga i tre cinema cittadini, attraverso il quale ripensare all’offerta culturale da proporre alla città? Perché non fare rete per rilanciare un settore sì in difficoltà ma dal quale possono venire grandi soddisfazioni personali ed economiche? Perché non creare un mercato parallelo e non alternativo alla grande distribuzione, che possa ritagliarsi un proprio spazio? Le potenzialità della città di Catanzaro, della sua gente, dei suoi giovani, sono grandi: ci sono professionisti capaci, che lontano dal Sansinato sono in grado di fare le fortune di grandi aziende. Sarebbe ora il momento di sfruttarle a pieno.