La decisione del TAR, che rigetta il ricorso dell’Università Magna Graecia contro l’istituzione dei corsi sanitari che La Sapienza di Roma intende realizzare presso l’ASP di Cosenza, riconduce la vicenda “Medicina” all’interno dei suoi esatti confini: quelli politici. Bene comunque ha fatto l’Ateneo catanzarese a proporre ricorso rispetto ad un atto che danneggia e delegittima la Scuola di Medicina catanzarese, come ha dichiarato il Rettore Aldo Quattrone; tuttavia riteniamo che la faccenda sia di natura prettamente politica giacché non può essere un Tribunale a stabilire dove, quando e chi debba erogare corsi universitari. La politica, al contrario, ha l’obbligo di adoperarsi attraverso scelte sagge e sostenibili. Ciò che è mancato e tuttora manca al governatore Scopelliti il quale, in tandem con il senatore Antonio Gentile, ha creato irresponsabilmente le basi di una frattura fra territori e fra istituzioni calabresi.
Infatti, che dietro a questa sconsiderata e dannosa operazione vi sia l’impegno dei due sopramenzionati politici è ulteriormente asseverato dalle parole del direttore generale dell’ASP di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, il quale li ringrazia per il fattivo impegno profuso affinché a Cosenza vengano insediati dei corsi universitari di Medicina e – aggiungiamo noi – venga conseguentemente depotenziata e umiliata la Scuola di Medicina dell’ateneo catanzarese.
Siamo di fronte a scelte politiche che rivelano la pochezza di chi le promana, oltre che un disprezzo assoluto per le specificità dei territori e la loro complementarietà. Già in altre occasioni abbiamo denunciato la discutibilità di alcune decisioni, figlie di interessi particolari. La faccenda “Medicina”, col decreto n. 77 firmato lo scorso 1 giugno dal governatore, rientra nella fattispecie delle scelte politiche che danneggiano la collettività, creano antipatiche contrapposizioni fra territori della stessa regione, contraddicono il buon senso. Ma Scopelliti appare impermeabile, anche alle sue stesse contraddizioni: il 5 giugno ha firmato un altro decreto in esecuzione del DPGR n. 7 del 26/01/2012 e del DPGR n.11 del 10/02/2012; tale decreto all’art. 1 comma 2 recita: “la sede universitaria dei corsi di laurea delle professioni sanitarie è l’Università di Medicina di Catanzaro”!
Non sappiamo più neanche noi quante volte abbiamo fatto notare tale contraddizione. Scopelliti tace. E tacciono Aiello e Tallini. E anche Caligiuri. E anche – come da noi recentemente denunciato – i consiglieri regionali di centrosinistra eletti nel territorio provinciale di Catanzaro, fra cui spicca il silenzio di Ciconte, un silenzio rumoroso giacché egli è anche presidente dell’Ordine dei Medici. E tace Sergio Abramo, il quale pure – appena insediatosi a Palazzo De Nobili – aveva garantito un suo intervento presso il Ministro Profumo. Hanno perso tutti la parola. A noi interessa vederli far politica, ad esempio chiedendo e ottenendo l’annullamento del decreto 77 di Scopelliti, la salvaguardia della Cardiochirurgia e misure concrete per potenziare e non svilire la Scuola Medica dell’Università di Catanzaro e la Sanità del nostro territorio.