“Fino a quando in Calabria ci saranno politici sprezzanti, spocchiosi e campanilisti come il giovane Salvatore Scalzo, candidato a tutto e puntualmente sconfitto (battuto al primo turno due volte nel giro di un anno al Comune, costretto ad un’ingloriosa rinuncia a favore del “crotonese” Oliverio per la corsa alla segreteria regionale), le speranze di rinascita di questa terra saranno ridotte al lumicino. Per Scalzo, che dovrebbe essere portatore di una visione antirazzista, basta la sola condizione di “reggino” per bollare il presidente della Regione che viene giudicato per il suo luogo di nascita e non per il suo percorso politico. Chissà che ne pensano i suoi amici Minniti e Naccari Carlizzi, nati in riva allo Stretto!
Fortunatamente, la visione razzista e campanilistica di Scalzo non rientra nella tradizione democratica, accogliente e tollerante della città di Catanzaro che solo due anni fa ha scelto nettamente Scopelliti sul pur “catanzarese” Agazio Loiero.
E saranno ancora una volta i catanzaresi, fra tre anni, a giudicare nuovamente Scopelliti e lo faranno sulla base delle cose fatte e dei risultati ottenuti e non sulla teoria “neorazzista” di Scalzo e di alcune sigle anonime che trovano purtroppo immeritato spazio sui giornali.
Scalzo pretende da Abramo l’abiura nei confronti di Scopelliti, chiedendogli di scegliersi altri modelli.
Cominciamo col dire che Sergio Abramo, un tempo assai corteggiato dalla sinistra (D’Alema venne a fargli visita personalmente per chiedergli di candidarsi alla presidenza della Regione), è una personalità fortemente autonoma, anche se rispettosa dei meccanismi politici istituzionali.
Nella sua recente dichiarazione ha, con molta dignità, detto chiaro e tondo che il sindaco di Catanzaro non è subalterno a nessuno e che non ha alcuna sudditanza psicologica nei confronti di altri livelli istituzionali.
Parallelamente, Abramo ha confermato di avere un dialogo sincero e leale con il Presidente Scopelliti che ha già portato molti risultati (porto di Casciolino, depuratore, metropolitana, ripresa della Cittadella, Bambin Gesù, centri storici, etc), mentre su altre questioni (l’assetto della sanità in particolare) è in atto un confronto che dovrà portare a soluzioni condivise nell’interesse del Capoluogo.
Lo stesso discorso vale, credo di interpretare anche il pensiero del collega e amico Piero Aiello, riguarda i due assessori regionali della città, impegnati lealmente nel difficile lavoro di Governo della Calabria accanto al presidente Scopelliti, ma che – nello stesso tempo – non soffrono del complesso dell’appiattimento, come dimostrano le cronache della Giunta regionale. Non sempre mi trovo d’accordo con il Governatore, ma ne ho sempre riconosciuto la leadership.
Il mio giudizio sul presidente Scopelliti è noto. D’altronde, rivendico con fierezza il merito di avere sfidato tutte le consorterie campanilistiche della città nella campagna elettorale del 2010, quando ho organizzato un mega-evento con più di mille persone all’Auditorium Casalinuovo” dal titolo “Scopelliti per Catanzaro, Catanzaro per Scopelliti”. In quello slogan, era racchiuso il senso di un patto con la città che – ne sono sicuro – sapremo onorare fino in fondo.
Il presidente resta uno delle personalità politiche emergenti della Calabria e del Mezzogiorno. Le sue idee, le sue innovazioni nel modo di fare politica (si pensi alla grande manifestazione di Cosenza), la sua capacità di lavorare alla soluzione dei problemi fanno di lui un riferimento importante e una risorsa di cui la Calabria non può privarsi.
Anche la sua esperienza di sindaco di Reggio Calabria va guardata senza pregiudizi. Sui fatti contabili di quel Comune faranno chiarezza le autorità competenti, ma resta il fatto che la sindacatura Scopelliti ha rappresentato per la città dello Stretto un grande salto di qualità nell’assetto e nel marketing urbano, tanto da far guadagnare l’ambito riconoscimento di Città Metropolitana. In quegli stessi anni, il sindaco di sinistra di Catanzaro non riusciva ad ottenere un fico secco per la sua Città.
A Scalzo, che sembra proporsi presuntuosamente come il “rottamatore” di tutta la classe dirigente calabrese, voglio chiedere, utilizzando il suo stesso metodo, qual è il modello a cui egli si ispira. Se togliamo Mitterrand, Blair, Felipe Gonzales ed Enrico Berlinguer, non gli restano che Rosario Olivo e Agazio Loiero, i due personaggi che hanno dominato la scena politica calabrese per più di vent’anni fino a pochissimi mesi fa.
Chiedo a Scalzo di elencare le benemerenze di questi due “modelli”, anche quelle maturate per benefici apportati alla città di Catanzaro. Penso che i cittadini di Catanzaro non ricordino una sola opera che porti la firma di questi due giganteschi leader della sinistra calabrese.
In definitiva, voglio dire che questo giovane dirigente della sinistra catanzarese – che già da ora ci auguriamo di vedere candidato sindaco nel 2017, perché non c’è due senza tre – sta sprecando clamorosamente tutte le occasioni che gli vengono offerte dalla buona sorte. Oggi appare solo come il patetico e incoerente difensore d’ufficio di una sinistra che ha dissestato la Calabria e la città di Catanzaro. E’, mi si perdoni il gioco di parole, un rottamatore già pronto per essere rottamato”.