Scalzo: un ordine del giorno per non cancellare il Tribunale lametino

Ritengo che la spendine review, e cioè un processo di revisione della spesa pubblica, sia da prendere generalmente con positività all’interno di un Paese dove efficientare la spesa e sottrarla a sprechi e velleità clientelari, corporative o localitistiche, diventa un imperativo categorico. Certo, però, la spending review non può mettere a rischio i presupposti della coesione sociale e civile dei territori, che spesso, specie nel Sud Italia e nei territori più complicati, viene rappresentata da una presenza visibile e forte dello Stato. Per questo la scelta di cancellare il Tribunale di Lamezia non mi sembra davvero concepibile. Voglio per un momento andare oltre le pur fondate difficoltà logistiche, cui una tale cancellazione darebbe origine, già ben sottolineate dall’ordine forense e chiedermi e chiedere: come si fa a cancellare un presidio cosi importante di giustizia e legalità in un territorio che è oggetto di cronache quotidiane legate ad una radicata e forte criminalità organizzata e dove l’amministrazione tenta di operare sforzi quotidiani per affermare una logica di libertà e autonomia della democrazia locale? Anche questo significa pensare al Sud Italia, dove la presenza di ciò che è Stato è il primo presupposto di riscatto e sviluppo. Per questo ritengo sia utile proporre al Consiglio Comunale della città di Catanzaro, un ordine del giorno, finalizzato all’approvazione di una mozione con la quale il massimo consesso democratico cittadino ribadisca al Governo della Repubblica la necessità di tenere in piedi il Tribunale di Lamezia. Penso che sia questo un ruolo e una segnale obbligato per un capoluogo che voglia definirsi tale, capace di far sentire tutta la forza del proprio sostegno e della propria solidarietà ai territori limitrofi e, nella specifico, la propria vicinanza alla battaglia del sindaco Speranza e di tutte le forze politiche e civili lametine. E credo, infine, che sia bene farlo proprio adesso, nei giorni in cui si susseguono i lavori alla Camera dei deputati. 

Autore

Salvatore Ferragina

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