Presunte nomine illegittime, irregolarità contrattuali, doppi incarichi, incompatibili tra di loro. In una sola parola abuso di ufficio in concorso. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, ha chiuso le indagini nell’ambito del primo filone dell’inchiesta Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Calabria) a carico di cinque indagati. Nella vicenda sono coinvolti Antonio Scalzo consigliere regionale del Pd e direttore scientifico dello stesso ente, Domenico Lemma, ex commissario dell’Arpacal, e Maria Maddalena Di Lieto, responsabile del procedimento, tutti e tre già iscritti nel registro degli indagati. L’ipotesi d’accusa rispetto alla quale sono chiamati a difendersi ruota attorno all’immissione del sindacalista Francesco Caparello al concorso pubblico di dirigente amministrativo Arpacal, avvenuto nel 2008 e al successivo incarico di responsabile di struttura semplice.
Le indagini sono scattate in seguito ad una denuncia di un dirigente dell’Arpacal e da qui la decisione del pubblico ministero di inviare gli ispettori del Nisa ad acquisire contestualmente alla notifica dell’avviso di garanzia la documentazione relativa alla posizione del dirigente per verificare la sussistenza di presunte irregolarità che avrebbero potuto inficiarne la nomina. Era stato sentito dal Nisa, tra gli altri anche l’ex direttore amministrativo Luciano Rossi, firmatario dei contratti incriminati e un altro dirigente, che agli ispettori aveva fornito ulteriori spunti investigativi. Risalgono al mese di novembre 2011 le prime audizioni dei vincitori del concorso pubblico per dirigente amministrativo che avevano riferito, al sostituto procuratore titolare delle indagini, sulle modalità del bando di gara e sull’espletamento del concorso. Gli interrogatori sono stati finalizzati ad accertare eventuali violazioni nella pubblicazione del bando e nello svolgimento della gara. Ed erano stati ascoltati anche due sindacalisti che, come persone informate sui fatti, avevano ricostruito le fasi della pubblicazione dello stesso bando.
Ieri per circa un’ora è stata sentita il presidente dell’Arpacal Marisa Fagà. È stato lo stesso magistrato a convocarla per sentirla come persona informata sui fatti nell’ambito dell’indagine sulle assunzioni effettuate all’Arpacal negli anni passati e sul cui contenuto gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Un’indagine, quella dell’Arpacal che si è allargata dopo che sul tavolo del sostituto procuratore Dominijanni sono finiti altri esposti, relativi alle presunte false firme apposte da dirigenti e funzionari sugli atti emessi dall’Azienda regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria. In particolare nel periodo antecedente al 2010. Le indagini del nuovo capitolo di inchiesta sono state affidati al personale del Nucleo investigativo Sanità e ambiente (Nisa) coordinati dall’ispettore Francesco Santoro che ha curato anche gli accertamenti sulle ammissione al concorso pubblico per dirigente amministrativo dell’ Arpacal. Gli inquirenti stanno analizzando tutti gli esposti e stanno acquisendo i documenti per cercare ulteriori riscontri agli esposti e per individuare altre eventuali responsabilità.
Adesso gli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere interrogati. Il pm dovrà poi decidere se chiedere il rinvio a giudizio o archiviare la posizione dei cinque indagati.
Le indagini sono scattate in seguito ad una denuncia di un dirigente dell’Arpacal e da qui la decisione del pubblico ministero di inviare gli ispettori del Nisa ad acquisire contestualmente alla notifica dell’avviso di garanzia la documentazione relativa alla posizione del dirigente per verificare la sussistenza di presunte irregolarità che avrebbero potuto inficiarne la nomina. Era stato sentito dal Nisa, tra gli altri anche l’ex direttore amministrativo Luciano Rossi, firmatario dei contratti incriminati e un altro dirigente, che agli ispettori aveva fornito ulteriori spunti investigativi. Risalgono al mese di novembre 2011 le prime audizioni dei vincitori del concorso pubblico per dirigente amministrativo che avevano riferito, al sostituto procuratore titolare delle indagini, sulle modalità del bando di gara e sull’espletamento del concorso. Gli interrogatori sono stati finalizzati ad accertare eventuali violazioni nella pubblicazione del bando e nello svolgimento della gara. Ed erano stati ascoltati anche due sindacalisti che, come persone informate sui fatti, avevano ricostruito le fasi della pubblicazione dello stesso bando.
Ieri per circa un’ora è stata sentita il presidente dell’Arpacal Marisa Fagà. È stato lo stesso magistrato a convocarla per sentirla come persona informata sui fatti nell’ambito dell’indagine sulle assunzioni effettuate all’Arpacal negli anni passati e sul cui contenuto gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Un’indagine, quella dell’Arpacal che si è allargata dopo che sul tavolo del sostituto procuratore Dominijanni sono finiti altri esposti, relativi alle presunte false firme apposte da dirigenti e funzionari sugli atti emessi dall’Azienda regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria. In particolare nel periodo antecedente al 2010. Le indagini del nuovo capitolo di inchiesta sono state affidati al personale del Nucleo investigativo Sanità e ambiente (Nisa) coordinati dall’ispettore Francesco Santoro che ha curato anche gli accertamenti sulle ammissione al concorso pubblico per dirigente amministrativo dell’ Arpacal. Gli inquirenti stanno analizzando tutti gli esposti e stanno acquisendo i documenti per cercare ulteriori riscontri agli esposti e per individuare altre eventuali responsabilità.
Adesso gli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere interrogati. Il pm dovrà poi decidere se chiedere il rinvio a giudizio o archiviare la posizione dei cinque indagati.
Fonte: portale.calabriaora.it/ Gabriella Passariello