Con delibera di Giunta n. 256 del 20 giugno 2012 il comune di Catanzaro si è costituito contro i ricorsi al Tar, presentati dopo le elezioni del maggio 2012, nominando 2 legali per la sua difesa. La delibera a prima vista presenta, però, una serie di dati significativi quantomeno da un punto di vista politico e di stile.
Prima di tutto occorrerebbe capire perché il Comune di Catanzaro ha deciso di rivolgersi a due professionalità esterne all’ente quando all’interno dell’amministrazione esistono già risorse umane valide, che i cittadini pagano in quanto dipendenti dello stesso Ente. Quello che si potrebbe pensare è che l’amministrazione Abramo non ha fiducia nel proprio apparato amministrativo e nei propri dipendenti. Se fosse così, sarebbe realmente ingiusto e offensivo per persone che quotidianamente portano avanti una macchina comunale difficile, nella precarietà evidente di mezzi e risorse.
Continuando con la delibera n. 256 uno dei due professionisti presta la sua opera a titolo gratuito, si tratta del presidente dell’Ordine degli avvocati Giuseppe Iannello. Il presidente di tutti gli avvocati che però, forse in una caduta di stile, decide di difendere una parte della città contro un ricorso per evidenti irregolarità e per una elezione amministrativa già oggetto di interessamento della magistratura per fattori di compra vendita elettorale. Senza giustizialismo, che non ci appartiene, riteniamo quanto meno inopportuna la scelta del presidente dell’Ordine di mettersi a disposizione per la difesa gratuita contro i ricorsi di altri cittadini che, oltretutto, pagano di propria tasca altre professionalità. Quali sono le reali decisioni di questa decisione del presidente? Perché scegliere di difendere una parte della città, come le urne hanno sentenziato? Come si sceglie la parte di città da difendere? Perché da presidente dell’ordine resistere a quella che è una battaglia per la democrazia e l’immagine della città?
Ma gli elementi di dubbio non finiscono qui. Infatti, la delibera fa riferimento a due avvocati. Il secondo avvocato, questa volta pagato dal Comune, è Franco Gaetano Scoca. Con riferimento alla parcella del professionista romano, qualche dubbio sorge, infatti si “prevedere quale anticipo sulle competenze da liquidare in favore dell’Avvocato Scoca, la somma di Euro 15.000,00 oltre IVA, spese generali e 4% per C.P.A. più € 2.000,00 per spese vive” per un impegno di spesa nel bilancio di oltre 23 mila euro. Ma soprattutto l’Ente “si riserva di integrare la spesa a tal fine necessaria e con sottoscrizione di apposita convenzione”. Una anomalia evidente.
La Convenzione, per determinare la parcella, dovrebbe essere preliminare, soprattutto dopo le liberalizzazioni, e la delibera non può parlare così genericamente di anticipo sulle competenze senza determinare quanto questo professionista romano costerà realmente alla fine ai cittadini catanzaresi.Il tutto potrebbe configurare un possibile danno alle casse comunali non prevedibile e la Corte dei Conti dovrebbe a tal fine intervenire ed interrogarsi sulla vicenda che coinvolge un Comune, oltretutto, in grave dissesto economico.
La 256 è una delibera che la Giunta deve in qualche modo spiegarci ma che a prima vista presenta grossi elementi di dubbio e riflessione, proprio per questa ragione chiedo alla Giunta di revocarla immediatamente perché incompleta e prevede una spesa indeterminata per l’Ente. Siano, anzi così come sta facendo il centro sinistra, le parti politiche chiamate in causa a farsi carico delle spese legali in prima persona, senza attingere alle risorse pubbliche della città che servono decisamente ad altri scopi.
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