Sanità cittadina: in via Paparo senza il servizio di mammografia

Nota congiunta delle associazioni Il Baco Resistente Cittadinanzattiva ‐ Tribunale per i diritti del Malato Ulixes Azimut 360 Dirittocrazia Popolare PRC Federazione Catanzaro FLI ‐ Coordinamento prov. le Catanzaro

“A pochi mesi dalla nostra conferenza stampa indetta l’8 marzo per denunciare la mancata attivazione del servizio di mammografia in via Paparo, siamo costretti a tornare sull’argomento, perché, ad oggi, nulla è cambiato. Infatti, a niente sono valse le nostre richieste di superare presunte difficoltà e incagli burocratici, per avviare finalmente un servizio sanitario pubblico di tale importanza e delicatezza, e così favorevolmente atteso dalla collettività. A nulla sono valsi gli incontri con i rappresentanti apicali dell’ASP: le promesse formulate e gli impegni assunti in tal senso sono stati tutti, finora, disattesi. Ed intanto il tempo trascorre. Irresponsabilmente quanto inutilmente. Procediamo però con ordine e riassumiamo la vicenda. Nell’ormai lontano luglio 2009 viene stipulata una convenzione tra l’ASP di Catanzaro e la Lega Italiana Lotta contro i Tumori(LILT), in base alla quale la stessa Lega, ente di diritto pubblico, viene ospitata gratuitamente presso i locali di via Paparo, dove può allestire il proprio ambulatorio e relativa segreteria, ed attivare così le attività di prevenzione oncologica. In contropartita concede all’ASP l’uso gratuito delle strumentazioni sanitarie di sua proprietà, acquistate per l’occasione, consistenti in un mammografo di ultima generazione, una sviluppatrice digitale ed un ecografo. Bene, cosa sarebbe stato lecito aspettarsi da tutto questo? Che l’ASP, parallelamente alla LILT, in un periodo certamente non roseo per la sanità calabrese, avrebbe prontamente profittato della favorevole circostanza per implementare i servizi sanitari pubblici sul territorio, con l’utilizzo, per di più a costo zero, delle nuove apparecchiature. E, in particolare, che avrebbe attivato il servizio di mammografia, perché di primaria importanza, e perché del tutto insufficiente sul territorio, benché ‐ impropriamente e surrettiziamente ‐ offerto dalle strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate, ma con lunghissime liste di attesa, oppure dalle strutture private, senza liste di attesa, ma a pagamento, e quindi non alla portata di tutti. Era questo che tutti ci aspettavamo. Così da poter condividere appieno quanto riportato dal comunicato stampa della LILT del maggio 2009, circa “… gli indubbi vantaggi per la collettività catanzarese”. Cosa è successo, invece? Che, come già detto, la LILT ha provveduto ad attivare le proprie attività istituzionali di prevenzione oncologica, la struttura pubblica ‐ al contrario ‐ no! Sulle ragioni di questo irresponsabile e colpevole ritardo, nulla di serio è dato sapere. Infine, considerando le percentuali di incidenza tumorale riscontrate dalla LILT nella sua pregevole attività di questi ultimi tre anni, percentuale tristemente maggiore delle medie nazionali, ci chiediamo se sia ancora tollerabile la negligenza dimostrata dall’ASP di Catanzaro. Ci chiediamo quante diagnosi precoci di tumore al seno non siano state effettuate in questi anni, e con quali conseguenze, quante sofferenze, 2 quanti travagli per la salute e la vita delle donne. Ci chiediamo quale altro tributo di vita umana sia da versare per rimuovere le incrostazioni, scuotere le coscienze, indurre il senso di responsabilità. Tutto ciò è davvero intollerabile e non più accettabile. Chiediamo ancora una volta all’ASP di Catanzaro, pertanto, di porre rimedio con urgenza a quanto qui ‐ per l’ennesima volta ‐ denunciato. Chiediamo infine a tutte le altre Autorità in indirizzo, ciascuno per la propria competenza e responsabilità , di attivarsi tempestivamente e positivamente. In assenza di riscontro positivo, avvieremo altre e più incisive azioni di protesta civile a tutela del diritto costituzionale alla salute”.

 

Autore

Salvatore Ferragina

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