Convegno al S.Anna Hospital: la necessità d’integrare i saperi

Nell’assise è emersa che è indispensabile migliorare la qualita’ delle prestazioni ma anche della spesa sanitaria

 

 

C’erano davvero i nomi più prestigiosi dell’angiologia italiana al convegno su Clinica ed ultrasuoni in patologia vascolare, promosso dal S.Anna Hospital sotto l’egida di tutte le società medico scientifiche (SIAPAV, SIFSC, CIF, GIUV) di quel particolare ambito sanitario, presenti con i rispettivi presidenti anche in qualità di relatori. Un’assise ampia e molto partecipata, dunque, che ha confermato la vocazione del Centro regionale di cardiochirurgia a essere, come ha detto il responsabile scientifico e organizzatore dell’evento, il dottor Elia Diaco, “punto di riferimento sul piano diagnostico e terapeutico ma anche protagonista di momenti formativi e informativi particolarmente qualificati”.

Il convegno ha confermato che la metodica Eco Color Doppler vascolare rimane una tra le più innovative, anche perché è oggetto di rapido e costante aggiornamento, attraverso sempre nuove apparecchiature e nuove tipologie di studio, a tutto vantaggio dei pazienti. Da qui la necessità di un confronto sistematico tra gli operatori. “Iniziative come questa – ha detto il professor Claudio Allegra, uno dei nomi di maggior prestigio dell’angiologia italiana – andrebbero replicate su tutto il territorio nazionale poiché danno le giuste indicazioni su come curare al meglio e nella maniera più appropriata il malato. Anche perché – ha aggiunto – parliamo di malattie cardiache e vascolari insieme, cha hanno un dato epidemiologico importante e che possono essere invalidanti ma che soprattutto, a differenza di altre, secondo quanto ci confermano gli studi e le proiezioni, non tenderanno a ridimensionarsi o a scomparire nel tempo”. La necessità di integrazione dei saperi e stata sottolineata anche dal professor Stefano de Franciscis, direttore dell’Unità operativa complessa di chirurgia vascolare dell’università Magna Graecia di Catanzaro. “Utilizzare tutte le potenzialità sanitarie del territorio per formare le future leve dei medici – ha detto – è una scelta ormai condivisa da molti atenei. La sanità non deve essere arroccata nelle grandi strutture ospedaliere o universitarie, perché le capacità e le professionalità esistono dovunque, forse soprattutto nel privato, dove l’eccellenza è una sfida che significa saper coniugare necessità di aggiornamento continuo e qualità della spesa. Dunque – ha aggiunto de Franciscis – ben  vengano eventi come questo convegno e ben venga il loro assorbimento in termini di contenuti nei percorsi universitari, specie post laurea, perché il miglior modo di investire risorse in sanità realizzando al contempo economie è proprio quello di migliorare le professionalità e dunque la qualità delle prestazioni”.

L’approfondimento puntuale dei diversi aspetti della tematica del convegno è stato garantito da quattro sessioni di lavoro e ben cinquanta tra relatori, moderatori e discussant, provenienti da strutture ospedaliere e universitarie di diverse regioni italiane. Non sono mancati spunti assai originali e non privi di suggestione come lo studio dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale nei pazienti affetti da sclerosi multipla, attraverso la valutazione eco color. Una frontiera medica nuova e ancora non completamente esplorata ma che potrebbe costituire un supporto valido alle terapie tradizionali, per evitare al paziente i peggioramenti repentini e drammatici che spesso accompagnano la malattia.

 

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Redazione

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