“Violenza contro le donne: una pagina ancora aperta” è il titolo di un felice e riuscito incontro tra il Cineforum CinemaZaro ed Astarte, Associazione di Promozione Sociale avvenuto venerdì 18 maggio presso la Casa del Cinema di Catanzaro.
Introdotto da Domenico Levato, Presidente del Cineforum Cinema Zaro si è parlato di una problematica sociale di grande attualità, irrisolta ancora, sempre aperta appunto, che ha coinvolto in una vivace discussione l’attento pubblico presente.
Come sottolineato dagli interventi della D.ssa Maria Grazia Muri, Presidente di Astarte e della Piscologa dell’associazione Francesca Melino di violenza alle donne bisogna parlarne, purtroppo, in maniera assai diffusa, ancor più di quanto le cronache ed i media non riescano a fare.
Pochi numeri bastano a definire il vero significato del problema. Circa 300 sono state in un anno le denuncie giunte dalla provincia alla Questura, in pratica riferibili quasi esclusivamente solo alla città di Catanzaro, ha detto la dottoressa Lina Pingitore, Responsabile dell’Ufficio Minori della Questura di Catanzaro, intervenuta all’incontro. Purtroppo più della metà di queste rientrano quasi subito, permettendo di nuovo il ritorno delle donne nell’ambiente in cui si subisce la maggior parte dei casi di violenza: la famiglia. Si assiste, quindi, spesso impotenti alla potenziamento di un legame patologico vittima-carnefice che è fatto di paura, consuetudine e disagio socio-culturale oltre che psicologico, talora difficilmente scindibile.
Un discorso a parte, meritano i minori, altro vero anello fragile di tale catena e vero epicentro di sofferenze e valvola di sfogo in famiglie con siffatte problematiche.
L’associazione Astarte, associazione riconosciuta di volontari qualificati, interviene sul posto delle violenze sia nelle situazioni di emergenza che fornendo supporto logistico con eventuale allontanamento, previo consenso, delle vittime in strutture protette di cui, si è detto, c’è carenza e necessità di potenziarle nonché, eventualmente crearne di nuove.
Assai toccante l’intervento della Assistente Sociale dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio Eleonora Rotella, autrice del libro “Kurve nel Labirinto–Storia di una donna vittima della tratta” che ha portato la sua esperienza sul campo di un caso reale, da lei affrontato da cui sono nate le riflessioni nel suo libro.
E’ forse questa, si è concluso l’unica via per trovare una soluzione al problema e cioè quella di rispondere con una azione coordinata tra gli operatori e le forze dell’ordine, ma anche parallelamente innalzare il tono del livello culturale, spesso alla base di comportamenti violenti che trovano nell’ignoranza le loro giustificazioni ancestrali.
E’ seguita, quindi la proiezione del film “Gangor”, di Italo Spinelli, presentato in Concorso al Festival di Roma 2010, liberamente tratto dal racconto Choli Ke Pichhe (Dietro il corsetto) di Mahasweta Devi, già proiettato durante la recente prima edizione del Cineforum CinemaZaro da poco conclusa.
E’ la storia del fotoreporter Upin, inviato nel Bengala occidentale per un reportage sullo sfruttamento e la violenza subita dalle donne tribali. Mentre fotografa un gruppo di indigene, Upin mette a fuoco Gangor rimanendo profondamente turbato dall’immagine di lei allatta il suo bambino. La foto viene pubblicata in prima pagina suscitando scandalo e la vita di Gangor cambia drammaticamente. Upin scoprirà cosi di essere diventato, senza volerlo, strumento della stessa violenza che avrebbe voluto fermare.