C’è un aspetto per niente insignificante che pesa come un macigno sulla famigerata delibera n. 586 del 10 novembre 1999 firmata all’epoca in cui Sergio Abramo era sindaco di Catanzaro, e con la quale si concedeva un’area comunale molto ampia (circa 600 metri quadrati) per la costruzione di un’abitazione destinata ad una famiglia nomade, precisamente quella del cosiddetto Toro Seduto, pluripregiudicato e noto per essere uno dei capi della criminalità cittadina.
Atteso che tutto sia avvenuto tramite un iter inappuntabile e a norma di legge – così come Abramo tiene a sottolineare – davvero vogliamo far finta di niente? Davvero vogliamo credere alle favole?
La questione merita delle riflessioni poiché l’ex sindaco, nonché attuale candidato sindaco, difende quel suo operato lasciando quasi intendere di essere stato obbligato a fare ciò che ha fatto. In realtà la storia ci dice che la Regione Calabria ha elargito un contributo economico allo scopo di realizzare alloggi per nomadi residenti in città: in seguito a ciò l’allora Giunta Abramo acquista dei prefabbricati che installa in Via Stretto Antico e li consegna ad alcune famiglie nomadi ma, per Toro Seduto, la famigerata delibera riserva uno strano “privilegio” consistente nella identificazione di un’area di 600 metri quadrati in località Aranceto, con realizzazione della condotta idrica, fognante e chi più ne ha più ne metta! Sicuramente un trattamento di favore che le altre famiglie nomadi – destinatarie dei prefabbricati – non hanno ottenuto. Tant’è che Toro Seduto si è fatto costruire dall’amministrazione comunale il suo “teepee” in stile hollywoodiano. Uno standard abitativo assai diverso da quello utilizzato per le altre famiglie ROM, frutto sicuramente di un “occhio di riguardo”!
E perché quell’area è stata assegnata proprio al pregiudicato Toro Seduto e non ad una delle altre normali famiglie nomadi? E ancora: il fatto che sia stata posta in essere questa differenziazione a vantaggio di un capo della criminalità cittadina, davvero lascia tranquilli quanti hanno firmato quella delibera nel 2009?
Noi crediamo che chi amministra non possa prescindere dall’etica delle scelte e, qualche volta, dal pudore politico. Quella delibera offende i cittadini catanzaresi al punto che Sergio Abramo dovrebbe compiere un gesto di buon senso: ritirare la propria candidatura a sindaco. Infatti, al di là dei tecnicismi procedurali, pur corretti che siano, resta un fatto gravissimo: il “teepee” di Toro Seduto è ancora lì a ricordarci che una bruttissima scelta politica ha legittimato il ruolo di un criminale attraverso la consegna di uno spazio specifico, garantendo di fatto lo status di capo e ponendolo in posizione di differenza e preminenza. Se quella delibera è “corretta” dal punto di vista procedurale, come Abramo precisa, siamo sicuri che essa sia limpida anche sotto il profilo morale?