Clima da partita davanti ai cancelli dello stadio. Come scritto già in altre occasioni la domenica a Catanzaro è tornata. E’ bello rivedere veri tifosi recarsi allo stadio ma è anche fastidioso notare aggirarsi davanti al Ceravolo volti che di solito trovi attaccati sui muri quando c’è la campagna elettorale. Nessuno vieta a nessuno di frequentare lo stadio, ma visto che molte volte si accusano i tifosi del cosiddetto “buontempo” è bene dire che alcuni personaggi del momento fanno finta di discutere di pallone senza magari sapere se si gioca 11 contro 11. Si prova un po’ di fastidio ma fortunatamente rivedere ragazzini, donne e anziani che adesso vanno allo stadio per una giornata di festa ci ripaga di tutto. La partita inizia alle 15 e all’apertura dei tornelli i tifosi educatamente si mettono in coda e accedono tranquillamente nel tempio. C’è voglia di vedere in campo il Catanzaro che per la prima volta esordisce al “Ceravolo” da capolista. Nella fase di riscaldamento si capisce che la formazione è la stessa che ha battuto la Vibonese. L’unica variante è in difesa dove Accursi sostituisce Sirignano. Le due squadre entrano in campo con le magliette “Sahel Emergency” contro la fame nel mondo, iniziativa voluta dalla Lega Pro. Tolte le magliette il Catanzaro indossa la giallorossa a strisce verticali e l’Isola Liri è in casacca bianca. La curva è piena e in uno striscione viene espressa solidarietà a Pasquale Bove alle prese con la giustizia per il fallimento dell’Fc Catanzaro. Gli Ultras sostengono che sono altri i “farabutti” da perseguitare e attaccano l’ormai famoso coro “Finché vivrò”.
Bastano quattro minuti ai giallorossi per mandare in archivio la pratica Isola Liri: nella striscia di ieri ricordavamo quanto il mister prova le azioni a palla ferma che nel corso della stagione sono stata un’arma in più. Dalla sinistra è Quadri che va a battere e dopo la spizzicata sul primo palo D’Anna è pronto ad insaccare e diventa il 17° marcatore della rosa per questa stagione. Dopo circa dieci minuti, con l’Isola Liri nettamente inferiore sul piano tecnico e dopo qualche entrata rude, c’è un attimo di spavento in campo e sugli spalti. Quandomatteo si scontra con Esposito in un contrasto aereo e cade a terra perdendo i sensi. I giocatori in campo si mettono le mani fra i capelli e medici e massaggiatori accorrono in campo per rianimarlo. Uscirà in barella fra gli applausi del pubblico e fortunatamente per lui senza gravi conseguenze.
Quando riprende la partita è sempre il Catanzaro a fare gioco. La ricerca del secondo goal per chiudere la partita è l’obiettivo delle aquile. Pur giocando a sfavore di un fastidioso vento il pallino del gioco è sempre nei piedi dei calciatori vestiti a strisce giallorosse. Le azioni si susseguono sia da destra che da sinistra e anche attraverso percussioni centrali. In particolare dalla fascia, dove opera uno Squillace in ripresa dopo un periodo di lieve appannamento, arrivano i pericoli per i laziali. Gli attacchi degli uomini di Sciannimanico sono più azioni spinte dal vento, che soffia alle loro spalle, che frutto della manovra. Su un incursione del loro centravanti reclamano un inesistente calcio di rigore perché Mengoni colpisce nettamente la palla. Questo alla fine sarà l’unico intervento di rilievo dell’estremo difensore catanzarese. Quando ci riaffacciamo in avanti è ancora protagonista D’Anna che viene falciato in area e l’arbitro non può che indicare il dischetto. Si presenta Masini e il pubblico capisce che bisogna incitarlo. Il bomber questa volta fa centro anche se il portiere aveva intuito la traiettoria.
La ripresa a favore di vento è pura accademia per i giallorossi che trovano il tempo di segnare altre tre goal. Il Catanzaro oltre a consolidare il primo posto conquista anche il primato del miglior attacco di tutto il torneo. D’Anna si regala una doppietta coronando una splendida prestazione, poi segna Gigliotti e infine ancora Masini dal dischetto dopo essere stato atterrato in area. Pokerissimo che noi metaforicamente chiamiamo “fantalata” a cinque dita, visti i precedenti non buoni con i laziali che al “Nazareth” contro di noi hanno sempre usato mezzi poco signorili che nulla hanno a che vedere con il gioco del calcio. Possiamo dire che le corride viste negli anni passati nel loro stadio hanno oggi trovato la loro conclusione con gli ole del pubblico giallorosso.
A fine partita è festa per i cinquemila presenti che come da tradizione non abbandonano gli spalti perché aspettano la vera passerella (e non quella cui dicevamo sopra di altri soggetti) per dare il giusto tributo a Giuseppe Cosentino. All’uomo che in soli otto mesi ha dato dignità ai catanzaresi veri, a quelli della domenica e non solo che da anni si ritrovano sotto la stessa bandiera che ha solo due colori, il giallo e il rosso. Adesso ci sarà il mercoledì di Gavorrano che dista più di 800 Km da Catanzaro. I nostri ragazzi non saranno soli: sia dalla città dei tre colli che da ogni parte d’Italia molti raggiungeranno la cittadina toscana anche se sarà un mercoledì lavorativo. Ci saranno altre sei partite da giocare e un primo posto da difendere. Ma c’è soprattutto un sogno da coronare, ridare a Catanzaro ciò che tanti avventurieri nel corso degli anni hanno defraudato e umiliato.
Forza Giallorossi!
SF