Il Ministero della salute ha diramato un parere interpretativo su alcuni aspetti dell’art.11 del DL sulle liberalizzazioni, in vista dell’entrata in vigore della legge di conversione. La forzatura più grave e di impatto immediato è che, secondo il Ministero, tutti i titolari di farmacia che al momento dell’entrata in vigore della legge avranno compiuto 65 anni di età dovranno nominare un farmacista direttore. Sempre secondo il Ministero, in caso di non ottemperanza la farmacia dovrà essere chiusa. Federfarma, che aveva inutilmente chiesto al Ministro della Salute un incontro sugli aspetti critici del provvedimento, ha proclamato una giornata di chiusura delle farmacie per il prossimo giorno 29 marzo e ha convocato l’Assemblea nazionale per adottare ulteriori iniziative di carattere sindacale. In ogni caso, sta assumendo iniziative legali a tutela delle farmacie associate.
Perchè i farmacisti non sono d’accordo sui cambiamenti proposti dal Governo Monti? Perché non gioveranno a nessuno, viceversa, causerà danni inimmaginabili al servizio farmaceutico. Sino ad oggi, chiunque ha avuto bisogno di un medicinale, ha potuto trovarlo senza problemi, ovunque, in ogni momento della giornata e in tutti i giorni dell’anno. Sino ad oggi, anche in piena notte o in un giorno festivo, quando tutti i servizi e ambulatori pubblici sono chiusi, il cittadino ha sempre avuto a portata di mano una farmacia aperta e un professionista sanitario, il farmacista, a cui rivolgersi per avere il farmaco necessario o anche solo per avere un consiglio per affrontare in modo appropriato improvvisi problemi di salute. Sino ad oggi, anche chi abita nelle zone decentrate, dove manca una scuola, un ufficio postale o una caserma dei carabinieri, dove, insomma, i principali servizi pubblici scarseggiano o sono totalmente assenti, sino ad oggi anche chi si è trovato in queste situazioni ha avuto la possibilità di trovare prontamente i farmaci allo stesso modo di chi abita in una città. In moltissimi casi è anche un farmacista ultrasessantacinquenne che opera nelle periferie delle città o nei paesini che non superano i mille abitanti.
Non a caso, i cittadini considerano la farmacia uno dei più affidabili presidi del Servizio sanitario nazionale. Tutto ciò è il risultato di un’evoluzione lunghissima, che ha portato le farmacie a formare, tutte insieme, un unico sistema, perfettamente coordinato e controllato. Un sistema che assicura, attraverso delicatissimi equilibri, anche finanziari, la perfetta efficienza di tutte le farmacie, grandi e piccole che siano, e, con essa, lamassima funzionalità del servizio. Davanti ad un sistema che funziona alla perfezione, davanti ad un meccanismo che gira preciso come un orologio, come si può pensare di modificarlo? E’ per questo che i titolari di farmacia si oppongono con tutte le proprie forze a queste nuove norme e ai cambiamenti irragionevoli che produrranno. I farmacisti possono pure condividere interventi innovativi. Anzi, li auspicano. Ma mai i farmacisti resteranno inerti di fronte a chi vuole distruggere il servizio farmaceutico.