L’illusione purtroppo è durata poco: nuove nubi minacciose si iniziano ad intravedere all’orizzonte per le nostre Ferrovie della Calabria. A causa del mancato pagamento degli stipendi di gran parte del personale, la situazione è degenerata nella giornata di ieri con una protesta alla stazione di Catanzaro Città, dove alcuni dipendenti si sono addirittura incatenati: qui un servizio di CN24 .
Ci troviamo di fronte ad una terribile situazione di sofferenza economica e sociale per tutti i dipendenti e le loro famiglie, che da mesi non percepiscono la busta da paga, e ci rende veramente tristi ritrovare in queste condizioni persone ed amici che conosciamo ormai da anni. Ogni polemica sarebbe sicuramente irrispettosa nei loro confronti, ma comunque non possiamo evitare di ricordare quale sia la causa principale di questa gravissima crisi dell’impresa regionale.
Sembrerebbe infatti che l’effetto domino sia partito dal settore automobilistico delle Ferrovie della Calabria, che per vari motivi (alcuni decisamente disonorevoli, dove per altro anche il personale stesso dovrebbe assumersi le proprie responsabilità!) si ritrovano con più di dieci milioni di Euro di passivo. Come ricorderete, qualche mese fa il problema del mancato pagamento degli stipendi era limitato esclusivamente ai dipendenti del gommato FC, che durante le proteste bloccarono anche il servizio ferroviario, scontrandosi (per fortuna solo a parole) con i colleghi ferrovieri.
Infatti, il settore ferroviario, poteva contare su un “tesoretto” di circa tre milioni di Euro. Tesoretto che è stato erroneamente utilizzato per cercare di ripianare parte del debito del settore gommato dell’impresa stessa, trascinando così nel baratro anche lo striminzito servizio su rotaia residuo sulla rete FC. A gennaio scattavano così gli aumenti tariffari, che a quanto pare non sono serviti a molto, se non a scoraggiare l’utilizzo del treno specie per il trasporto metropolitano di Catanzaro e Cosenza (dal primo gennaio è stata infatti annullata la tariffa urbana).
Questa situazione sta ovviamente portando alla creazione di “movimenti separatisti” all’interno del personale e delle dirigenze FC, che a gran voce chiedono lo scorporo definitivo del trasporto su gomma, che comunque già da ora possiede un bilancio separato rispetto al ramo ferroviario. Una piccola conferma di questa tendenza l’abbiamo avuta lo scorso febbraio, quando in occasione dell’interruzione della Catanzaro Lido – Catanzaro Città a causa di uno smottamento nei pressi di Pratica, per la prima volta nessun autoservizio sostitutivo venne istituito…
Arrivati a questo punto non è certo facile trarre delle conclusioni, che potrebbero rivelarsi affrettate. Istintivamente si sarebbe portati a considerare positivamente un eventuale scorporo totale (in pratica alle Ferrovie della Calabria rimarrebbe esclusivamente il trasporto su ferro, mentre quello su gomma verrebbe affidato ad imprese private), ma questo potrebbe portare ad un’ulteriore indebolimento dell’impresa regionale, che tra l’altro in caso di necessità (interruzione servizio ferroviario per maltempo o altro) si vedrebbe costretta a richiedere il noleggio di autobus e servizi. Forse la soluzione migliore, a proposito del trasporto su gomma, sarebbe quella di valutare obiettivamente e con serietà quali servizi siano davvero utili, se sia possibile migliorarli per aumentare la competitività, e soprattutto vigilare ed eventualmente sanzionare chi non svolge correttamente il proprio lavoro, danneggiando così l’impresa e la collettività.
E’ assurdo sentir parlare di opere faraoniche come raddoppi di binario tra Catanzaro Lido e Catanzaro Sala, costruzione del Pendolo da Germaneto (attualmente servirebbe soltanto l’università, visto e considerato che la riapertura della linea RFI Catanzaro Lido – Lamezia è un’incognita ed i lavori di costruzione della cittadella regionale procedono a passo d’uomo), quando poi la Catanzaro Lido – Cosenza non è ancora percorribile per intero a causa dell’interruzione tra Colosimi e Rogliano che si protrae da anni, le Taurensi versano in stato di totale abbandono (esiste forse qualche spiraglio per la Gioia Tauro – Palmi grazie allo stanziamento di 700 mila € da parte della Provincia di Reggio Calabria), i servizi turistici a vapore che potevano essere fonte di guadagno sono praticamente inesistenti causa inagibilità di gran parte della Pedace – San Giovanni in Fiore, ma soprattutto non si riesce in alcun modo a bloccare questa spirale di dissesto finanziario che sta portando l’impresa sull’orlo del fallimento.
Contemporaneamente sentiamo spesso parlare di fondi europei milionari, da spendere non si sa bene come e dove, né sappiamo chi decide dove investirli e su quali basi.
Se lo scopo dell’Unione Europea che elargisce questi finanziamenti comunitari è di vigilare affinché vengano spesi correttamente, perché non prende atto della situazione critica dell’impresa e magari cerca di cambiare la destinazione d’uso dei fondi, almeno per riordinare e salvare dalla bancarotta l’esistente?
La nostra preoccupante impressione è che ci ritroveremo con il Pendolo, raddoppi di binario a Catanzaro, magari anche una tranvia a Cosenza, ma non ci saranno i soldi per fare circolare treni e tram né su queste nuove “mega opere”, né su quelle già esistenti!
Come sempre, speriamo di sbagliarci…