Il consigliere provinciale Sergio Costanzo interviene sulla questione Parco Romani “Il silenzio è d’oro diceva qualcuno. E mai cosa fu più vera. – si legge nella nota – E forse sarebbe stato meglio che Biagio Cantisani, l’emblema dell’ambiguità della Giunta Olivo (controllato e controllore nello stesso tempo visto che ricopriva l’incarico di dirigente comunale del settore urbanistica e presidente dell’ordine degli architetti), rimanesse in silenzio o sussurrasse tutta la verità alle orecchie di chi è pronto a scrivere senza analizzare”. E’ vero, noi a gennaio votammo la delibera n. 4 ma nell’oggetto è chiaramente scritto che la delibera era inerente tutte le società partecipate comunali. E nella narrativa è specificato che la delibera era stata votata per salvaguardare i livelli occupazionalidelle partecipate e consentire l’introduzione di tutte quelle unità lavorative che hanno regolarmente vinto un concorso e che ancora sono in attesa di una risposta. Le stesse persone di cui a nessuno sembra importare nulla. Ed è tanto vero ciò che diciamo che il voto fu unanime, espresso per appello nominale. E no cari signori, il gioco delle tre carte sulla questione Parco Romani non regge più. Qualunque cosa venga detta si può facilmente controbattere solo ricostruendo, carte in mano, tutto ciò che ha riguardato Parco Romani. Un groviglio di soluzioni combinate che ora è diventato un intreccio, difficile da sbrogliare per chi utilizza la malafede. Comitato d’affari, dicono a sinistra, per accusare chi da anni cerca di amministrare, da maggioranza e ad opposizione, la città nel solo interesse dello sviluppo. Ma ancora non ho sentito uno che mi dicesse come si chiama quello che è chiaro essere uno deipiù grandi imbrogli di questa città. Mi aspettavo una risposta dal vulcanico e irascibile presidente Grillo, dopo l’ennesima richiesta del sottoscritto sul Parco Romani, o dai suoi grillini o dalle Rsa della Catanzaro servizi. Ma una risposta avrebbe potuta darmela anche l’ex sindaco Rosario
Olivo che si è affannato a dire che sull’affare Parco Romani nessuna responsabilità poteva essere addebitata a lui, eppure è stato lo stesso Grillo a dire che era stato il Comune “ad imporgli” (parole sue) una tale operazione. Oppure avrebbero potuto rispondermi i vecchi del Pd che si sono sentiti “punti” dalle parole dell’onorevole Tallini che ha solo osservato i fatti. E cioè che esponenti dell’ex maggioranza erano seduti accanto a un boss in prima fila al Politeama. Ma mi chiedo, a parti invertite, se uno di noi fosse malauguratamente capitato nella stessa situazione, avremmo subito una sorta di piazzale Loreto, ci avrebbero fucilato in piazza. Ma poi ci sono i giovani del Pd, che, purtroppo per loro, utilizzano metodi vecchi scagliandosi contro chi non la pensa come loro. Ci sarebbe piaciuto o ci piacerebbe sapere cosa di tutto ciò ne pensa l’associazione Ulixes, baluardo della legalità in città, che non ha detto una parola su un’’operazione quanto meno dubbia conclusa pochi minuti prima della chiusura delle urne. E poi ci sono Eugenio Occhini e Pino Commodari, che soffrono di “strabismo” visto che vedono il malaffare in casa degli altri e mai in casa propria. E che dire del candidato a sindaco Salvatore Scalzo che non una volta ha detto una parola sull’intera faccenda. Eppure lui, candidato di sinistra, qualcosa dovrebbe pur dire su 160 famiglie che stanno rischiando grosso invece che incaponirsi su questioni di lana caprina come quella degli scrutatori. E’ vero il silenzio è d’oro ma a volte chi sta in silenzio non ha davvero nulla di interessante da dire. E questo, per i cittadini, dovrebbe essere un segnale inequivocabile.