Dalla Redazione

Cuore di Mimmo

Scritto da Redazione
Giampà e il ritorno a casa. Storia per un San Valentino giallorosso 

La vita di un tifoso vive di piccoli risarcimenti, o almeno della speranza che per un indefinibile spirito di giustizia qualcosa di molto simile a un risarcimento venga riconosciuto. Consola credere fermamente che per ogni sconfitta bruciante, prima o poi capiti un goal da ricordare. Per ogni annata storta, almeno novanta minuti memorabili. Per dieci trasferte da dimenticare, almeno una indimenticabile. Mimmo Giampà da Girifalco è probabilmente il primo piccolo risarcimento concesso al tifoso giallorosso. È arrivato dopo anni di furbi mestieranti, di infortunati immaginari, di scommettitori incalliti e simpatiche canaglie. È  arrivato dalla serie B a Natale, come un regalo che in tempi di crisi quasi si fatica ad accettare. Per giorni Mimmo ha raccontato la sua verità, parlando di scelta di cuore senza mai scomporsi. “Nel calcio i sentimenti esistono” è andato ripetendo a chiunque incontrasse per la sua strada con un taccuino in mano. Nonostante i sedici anni trascorsi lontano da casa, nonostante le altre maglie indossate, nonostante un calcio fatto di tanti Doni (Cristiano). E noi gli abbiamo creduto, ma neanche troppo. Piuttosto ci siamo irrigiditi, ci siamo interrogati dubbiosi come chi abbia per anni mal riposto la propria fiducia. Certo sapevamo cosa avrebbe portato in dote Giampà, con il pallone tra i piedi, al Catanzaro; ma sapevamo anche che con uno come Cosentino perfino qualche vecchio socio ultracinquantenne avrebbe potuto indossare maglia e pantaloncini pur di ritornare.Il presidente lo ha definito “icona del calcio catanzarese“, e siccome è tipo pragmatico ha subito precisato soddisfatto che l’icona ha deciso di accettare una cospicua riduzione dell’ingaggio, pur di vestire la maglia giallorossa. Mimmo ha ringraziato con il sorriso mister Gicos che con i  capitali ha garantito il suo ritorno, ha raccontato che la maglia giallorossa era il tassello mancante della sua carriera e che la partita di Perugia lo ha convinto ad affrettare il trasferimento. Poi ha cominciato a fare quello che gli riesce meglio: sudare e faticare sopra un campo di pallone. Perchè il calcio è fatto di poche e semplici cose che però diventano impossibili se non si è disposti al sacrificio. Giampà corre. Sulla fascia destra o al centro del campo poco importa, lui c’è. Eppure la storia di questo ritorno a casa non è soltanto una cronaca di passaggi perfetti e chiusure intelligenti, di sgroppate e tiri al volo. È soprattutto il racconto di piccoli gesti d’infinita bellezza. L’esultanza alla Mammì dopo il primo goal contro il Neapolis, la corsa a pugni chiusi successiva alla rete di Masini in Sicilia e soprattutto il riscaldamento con la maglia di Danilo Orlando, il nostro Danilo, indosso. Ogni giorno che passa sembra più chiaro: Giampà è una bandiera senza aver collezionato le centinaia di presenze delle bandiere. È uno che raccoglieva i palloni finiti sotto la Massimo Capraro. Uno che è partito da Girifalco ragazzino per tornarci sedici anni dopo uomo e calciatore.In quasi vent’anni succede ogni cosa. Si cambia lavoro, amante, automobile, casa, carattere, perfino vita. Ma la squadra del cuore no. Quella rimane sempre la stessa. Oggi è il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati. I tifosi duri e puri faranno spallucce e spiegheranno che “si ama solo il Catanzaro”, perchè i calciatori non sono degni di un sentimento tanto forte. Gli scettici diranno che se proprio d’amore nel calcio si può parlare, è amore temporaneo, esattamente come i successi, e perciò destinato al fallimento. Quelli come noi invece aspetteranno di vedere il giallo e rosso di Mimmo fare su e giù per il campo, lo seguiranno orgogliosi sperando di emozionarsi ancora e attenderanno il futuro come si fa con una buona notizia.Perchè magari il cuore è un organo sopravvalutato e tutto questo è soltanto calcio… ma a volte no.

Fabrizio Scarfone

f.scarfone@uscatanzaro.net

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