L'emigrante

A proposito di coccodrilli

Nel calcio c’è qualcosa di più importante del valore tecnico di un calciatore 
A Esposito i baffi non starebbero male, avrebbe il fascino e l’arrumbolevolezza di Jack Sparrow. Ecco se proprio Esposito ci legge, fra un allenamento e una pinta di rhum, sappia che da noi la casella del “pirata” è ancora libera. Che ci vuole a far gol? Quando parte la sciabolata a tagliare il campo, con una mano ti cechi n’occhio e con l’altra bilanci il peso del corpo, carichi la potenza al massimo e poi ci jetti na pistunata che per la miseria quando ero un ragazzino provavo sempre il tiro al volo di collo pieno che mio papà si è dovuto vendere il frigorifero per fare aggiustare il portoncino del condominio tanto delle pallonate che gli tiravo. Così, per punizione a me è toccato sgobbare sui libri mentre i miei amichetti imparavano a far le rovesciate come Pino Lorenzo. Ah, quanti pomeriggi amari seduto in panchina a imparare a memoria gli schemi della battaglia delle Termopili mentre sognavo di ingabbiare gli avversari, stremarli con rapide verticalizzazioni e impilare caterve di gol, invece no. I sogni son desideri, ma quanti pochi se ne avverano. Che poi a pensarci bene quella volta che sono stato in Australia non è che i canguri mi facessero impazzire. E chiri koala comu puzzano? Uff… dopo la visita allo zoo mi sono fatto un giro a little italy dove ho incontrato un lontano parente che, tutto quello che gli era rimasto dell’Italia era la macchina del caffè. Parlava della sua giovinezza in Calabria con le lacrime agli occhi e mentre piangeva si allisciava la macchina del caffè. L’ultimo legame affettivo con la terra natia. Sta cosa fa pensare, che io a quei tempi avrò avuto più o meno l’età che ha oggi Bugatti e quando sentivo sto pianto greco iniziavo a spazientirmi. Ma non avevo la maturità per apprezzare quelle lacrime e comunque almeno il caffè era buono come in Italia, che manculicani se fai il moderno e tinda vai da starbucks ti rifilano acquarera lorda. Mò cioè voglio dire, è singolare che il paese dove il caffè si sorseggia come lo champagne non produca nemmeno un chicco. E magari se vai a vedere la famiglia di Bugatti aveva una piantagione di miscela arabica qualità oro e u figghiolo caputosta giocava a pallone. Come fai a fermare i giovani quando sono ancora con la testa piena di sogni e ambizioni? Ecco adesso voglio dire, abbiamo sto bagaglio umano di culture, razze ed esperienze cosi variegate e nei tre giorni della merla andiamo a Milano per ingaggiare la punta del Campobasso? Eh dai che detta così fa proprio ridere. Ma io a Milano ci portavo tutta la squadra, si andava tutti all’Hollywood a far bisboccia. Che certe cose si sa come vanno nello spogliatoio, quando arriva il momento i calciatori hanno bisogno di staccare un pò la spina, di divertirsi un pò. Generalmente questo significa: discoteca e gnocca. Che se togliamo l’abusivismo, il voto di scambio e l’evasione fiscale, quello che abbiamo scritto coincide pari pari con il messaggio di Cetto Laqualunque. E se ci hanno fatto pure un film significa che non è che siamo molto lontani dalla verità. Ma allora lo vedi che fa comodo avere un amico australiano e uno argentino? Prendi Bruzzese ad esempio, sempre alla moda, preciso, stiloso. E che fai gli metti in squadra un compagno nuovo che al massimo lo invita a vedere i trulli di Alberobello o i sassi di Matera? Guà tu dicu papale papale, se io giocassi nel Catanzaro e avessi in squadra due come Esposito e Bugatti avera già prenotato una battuta di pesca al Marlin al largo delle coste australiane e una grigliata di angus argentino direttamente sul cocuzzolo del più alto altipiano delle ande. E bello mio che ti aspettavi che piangevo lacrime di coccodrillo per il mancato arrivo di Tevez? A proposito di coccodrilli…

Davide Greco

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