Notte del 13 gennaio. Il folle “inchino” della Costa Concordia si infrange su uno spuntone di roccia a due passi dall’Isola del Giglio. Uno squarcio di settanta metri lacera irrimediabilmente lo scafo, ma per l’equipaggio si tratta di un semplice blackout. La tragedia si consumerà di lì a poco. Fin da subito è chiaro che qualcosa non è andato per il verso giusto, e la conta dei morti con indosso il giubbino di salvataggio alimenterà i dubbi sull’efficienza dei soccorsi a bordo. L’Italia, Paese di santi, poeti e navigatori, ben presto diventa patria di tanti Schettino e De Falco.
In mezzo storie di gente comune, come Francesco Frijo e Caterina Sestito. La giovane coppia di sposi parte da Cutro per trascorrere la luna di miele a bordo del Concordia. Si ritroveranno su una scialuppa insieme a centinaia di persone mentre la nave affonda inesorabilmente.
Francesco è uno di noi. Un tifoso giallorosso della provincia. Uno di quelli che quando il Catanzaro è di scena al “Ceravolo” decide di percorrere più di 100 km tra andata e ritorno per vedere dal vivo undici maglie giallorosse. Domenica scorsa Francesco era in Curva. Avrà pensato che per novanta minuti il suo Catanzaro lo avrebbe aiutato a non pensare a quella notte.
Stavolta però, ad aspettarlo al solito posto, non c’erano solo gli amici di sempre. Nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo sugli spalti è arrivato Luca Scerbo, il giovane portiere in seconda dell’Uesse, che con grande sensibilità e disponibilità, ha donato a Francesco la maglia numero cinque di capitan Accursi.
Un gesto simbolico accolto con un pianto liberatorio che testimonia, ancora una volta, il senso di comunità e di vicinanza che ci identifica come “popolo” giallorosso.
Bentornato Francesco. Bentornata Caterina.
Francesco Panza