Pasqualino Ruberto (Calabria Etica): a Lamezia serve una mobilitazione sociale e culturale permanente! Ascoltiamo l’appello del procuratore Vitello
“Gli ultimi atti di intimidazione perpetrati ai danni del Centro migranti di Lamezia gestito dalla Progetto sud di don Giacomo Panizza devono far riflettere e indurre tutta la comunità lametina ad avere uno scatto d’orgoglio”. Così, il presidente della Fondazione Calabria Etica, Paqualino Ruberto. “La viltà di gesti non consoni al vivere civile, consumati contro chi opera ogni giorno a favore di soggetti deboli e persone bisognose, e in generale contro commercianti e imprenditori della città di Lamezia – prosegue Ruberto – rappresentano ormai un limite insopportabile. Oltre alla solidarietà, occorre una mobilitazione sociale e culturale permanente senza ipocrisie e senza steccati ideologici. Lamezia non può più tollerare questo clima di barbarie e inciviltà. Il nostro impegno a sostegno delle vittime del racket e dell’usura in Calabria – aggiunge Ruberto – è stato già reso noto nei giorni scorsi e profuso grazie all’azione di contrasto alla criminalità organizzata portata avanti dalla Giunta regionale guidata dal governatore Scopelliti. In questa sede voglio ricordare che proprio a Lamezia, la Fondazione Calabria Etica ha offerto sostegno all’Ala, l’Associazione antiracket impegnata in prima linea nel contrastare il “pizzo” e l’arroganza delle cosche. Il sostegno finanziario offerto all’Ala così come alle altre Associazioni impegnate in tutta la Calabria, è finalizzato anche alla costituzione parte civile nei procedimenti penali per i reati di usura ed estorsioni oltre, naturalmente, a sostenere attività di assistenza legale, informazione, consulenza, supporto psicologico attraverso uno specifico programma di tutoraggio sottoscritto dalla vittima o potenziale vittima di racket e usura. Siamo tuttavia consapevoli che, al di là di questa nostra vicinanza concreta, il territorio lametino e calabrese, hanno bisogno della mobilitazione popolare per debellare quei fenomeni che frenano la crescita della Calabria. Alle istituzioni – evidenzia Ruberto – nonostante la congiuntura economica attuale, spetta il compito di creare occasioni di sviluppo per mettere in moto processi economici virtuosi in un territorio altrimenti in balia dell’opprimente cappa criminale. L’appello che lanciamo come Fondazione – conclude Ruberto – è rivolto a tutte le forze sane della società: dalla classe politica, alla Chiesa, alla scuola, affinché le belle parole e i proclami si possano tradurre in fatti concreti. A tal proposito concordiamo in pieno con le recenti sollecitazioni del procuratore della Repubblica, Salvatore Vitello affinché Lamezia si svegli e reagisca!”.
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Giuseppe Valentino
Segretario Generale CGIL Catanzaro – Lamezia
E’ agghiacciante pensare a quanto è successo la notte di Natale a Lamezia Terme. Il teatro è lo stesso dei giorni scorsi, l’obiettivo pure. A Capizzaglie, il cuore del potere criminale ‘ndranghetista, si fa rumore per fare spavento. Le sparatorie, le intimidazioni, le bombe di queste ultime settimane sono il sintomo del nervosismo che arieggia tra chi vuol comandare ed imporre le proprie regole alla Comunità.
L’attentato alla struttura di Don Giacomo Panizza, al quale va tutta la solidarietà e vicinanza della CGIL provinciale di Catanzaro, è un attacco alla nostra comunità. Ci sentiamo colpiti, come accade ogni volta che viene commesso un sopruso o si nega un diritto ad un lavoratore.
Quello che Don Giacomo ha costruito e fatto in questi anni, da fastidio alla ‘ndrangheta perché smaschera e fa vedere i suoi temuti Mammasantissima come in realtà sono: piccoli, vili e falliti. Ed è per questo che ancora oggi tentano di isolare chi non si piega alle loro regole, chi non si prostra e non offre loro, che si sentono i padroni del mondo e della vita, il cappello.
Non si accontenteranno di restare a guardare, lo sappiamo già questo. Non gli basterà quello che già ci hanno rubato. Non sono sazi di uccidere la nostra gente con la droga e le armi, di inquinare i nostri mari, le nostre montagne, il nostro cibo, di distruggere il nostro territorio e magari di ricostruirlo a seguito di qualche tragedia, di scegliere chi ha diritto a lavorare e chi voteremo, di seminare il terrore tra la gente, di farci vivere in un costante clima di guerra. Quello che la ‘ndrangheta vuole negarci è il diritto alla vita. Il diritto a scegliere se restare e continuare a vivere liberamente nella nostra terra provando a contribuire alla sua crescita economica e culturale.
Una cosa che non possiamo fare, però, nonostante sia complicato e difficile, è arrenderci alla loro logica e rinchiuderci nell’indifferenza. Della nostra indifferenza la ‘ndrangheta si nutre e si rafforza. Se continueremo a guardare, commentando quello che ci succede attorno, senza reagire si prenderanno tutto: Il nostro futuro, la nostra vita, quella dei nostri figli. Dovremmo insegnare loro a riconoscerli, a prestargli devozione, ad abbassare la testa di fronte alle loro ingiustizie, ad adattarsi o a scappare se vogliono campare liberamente e con dignità.
La CGIL di Catanzaro, crede che oltre all’azione fondamentale di repressione e prevenzione che la Magistratura e le forze dell’ordine portano avanti con difficoltà; oltre a quanto sta facendo e continuerà a fare Don Giacomo e tante persone, associazioni, movimenti che si riconoscono militanti dell’antimafia; oltre a quanto potranno fare le Istituzioni, c’è bisogno che i cittadini si mobilitino per contrastare la ‘ndrangheta a viso aperto.
Per questo la CGIL di Catanzaro sarà impegnata a costruire insieme ai diversi soggetti interessati un grande momento culturale e politico di contrasto alla ‘ndrangheta nel quartiere di Capizzaglie.
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L’assessore regionale all’Urbanistica Piero Aiello, nell’esprimere solidarietà a don Giacomo Panizza, per l’atto intimidatorio rivolto al centro d’accoglienza per orfani immigrati con sede a Lamezia Terme, parla di “azione indegna”. “Un atto – prosegue Aiello – che ci lascia sgomenti. Don Giacomo Panizza svolge, da decenni, una meritoria, competente e libera attività di assistenza alle fasce meno ambienti con progetti di alta qualità sociale e socio-assistenziale. Ma, ancora una volta, la mal’erba criminale sceglie il vile attentato per cercare di imporre la propria supremazia. A Don Giacomo piena solidarietà e l’invito ad andare avanti (anche se conoscendolo sappiamo già come la pensa…)”.
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Il Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Catanzaro, Emilio Verrengia, ha espresso solidarietà e vicinanza a Don Giacomo Panizza: “L’opera sociale portata avanti in questi anni da Don Giacomo Panizza – ha detto – va al di là della sua missione religiosa e per questo va incoraggiata e supportata anche delle istituzioni. Sono sicuro che le forze di Polizia e la Magistratura con la loro professionalità ed abnegazione, sapranno dare le giuste risposte per ristabilire una situazione di tranquillità in cui la Chiesa ed in particolare Don Giacomo Panizza hanno bisogno per portare avanti in un territorio difficile – come quello lametino – la propria missione umana e sociale”.
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“Esprimiamo la più sentita e sincera solidarietà a don Giacomo Panizza e agli ospiti del Centro della Comunità Progetto Sud per il vile atto intimidatorio perpetrato nella notte di Natale”. E’ il pensiero di Eugenio Occhini, Consigliere comunale Catanzaro, e Pino Commodari del Comitato politico nazionale Prc. “Si tratta di un gesto ignobile che colpisce quello che non è un semplice immobile confiscato ai clan della ‘ndrangheta – proseguono -. Si tratta di un progetto e una prospettiva di speranza costruito da una persona che si spende quotidianamente a favore dei diritti e per la giustizia sociale. Non si tratta di denunciare solo un attacco al cuore della legalità e della democrazia che trova le sue radici nell’impostazione di quel modello Reggio che non solo contestiamo ma che pericolosamente rileviamo come invasivo: sta contagiando Regione ed enti locali, basta vedere quello che sta succedendo al Comune di Catanzaro. Si stanno pericolosamente riducendo le tutele democratiche a sostegno della legalità con il sopravvento di pericolosi poteri occulti. L’unità delle istituzioni e della politica trasparente e libera da condizionamenti deve fornire gli anticorpi necessari alla difesa della democrazia in tutto il territorio”.