La Condotta Slow Food di Catanzaro sta preparando una giornata intensa e gustosa da trascorrere in sua compagnia. Ecco il programma della giornata.
Ore 13,00 – Vecchia Hostaria ‘da Pepè’ (Vico I Piazza Roma, 6):
RITORNO AL MORZELLO
La domenica slow comincerà con un evento dedicato al piatto della tradizione gastronomica catanzarese. Sarà presentata la pagina speciale dedicata al morzello della Guida Slow Food ‘Osterie d’Italia’ 2012. Durante il pranzo/conferenza, a cura di Girolamo Grisafi, sommelier A.I.S., la storia e la preparazione del morzello saranno raccontate degustando un menu a base di antipasti misti, tre tipi di morzello (tradizionale, di baccalà, ‘suffrittu’) e dessert. In abbinamento ci saranno i vini della cantina ‘A Vita di Cirò (IGT Calabria ‘Gaglioppo’ rosato 2010; DOC Cirò rosso classico superiore 2009).
Ore 16,00/20,00 – Caffè delle Arti – Via Fontana Vecchia:
SLOW FOOD AL MERCATINO DELL’ALTRA ECONOMIA
Tra i produttori presenti: l’olio e le clementine di Raffaello Tocci, i salumi di suino nero calabrese di Adriano Ferrari, il miele di Raffaele Denami e l’olio dell’Azienda Torchia.
Inoltre, parteciperanno i produttori del Gruppo di Acquisto Solidale “Madre Natura”: oltre ad Antonio Guzzi ed ai suoi prodotti ortofrutticoli, ci saranno il pecorino crotonese dell’azienda De Tursi di Strongoli, le soppressate di cinghiale di Federico Gallo e le uova dell’azienda Chiricò.
Infine, parteciperanno anche le cooperative sociali che lavorano sui terreni confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro: porteranno i loro prodotti (tra cui i kiwi) ma, soprattutto, la loro esperienza e il loro messaggio di riscatto e legalità.
Ore 18,30 – Caffè delle Arti – Via Fontana Vecchia:
IL CACIOCAVALLO DI CIMINA’
Sarà presentato e degustato il nuovo Presidio Slow Food. I rappresentanti delle Condotte di Catanzaro e Reggio Calabria spiegheranno cos’è un Presidio, i principi e gli obiettivi di questo riconoscimento.
Slow Food ha coinvolto migliaia di piccoli produttori (contadini, pescatori, norcini, pastori, casari, fornai, pasticceri) istituendo circa 200 Presìdi in Italia – e 145 in altri paesi del mondo – allo scopo di salvare altrettanti prodotti, radicati nella cultura del loro territorio, che si distinguono per essere di alta qualità, ottenuti con tecniche sostenibili, realizzati in condizioni di lavoro rispettose delle persone e che garantiscono una remunerazione dignitosa. In altre parole, prodotti “buoni, puliti, giusti”.
Ciminà è un comune di 700 abitanti della Locride, il cui territorio ricade nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il suo nome deriva dal greco kyminà, ovvero luogo dove abbonda il cumino selvatico o ciminaia. Il caciocavallo si produce in questa zona da tempi immemorabili. Si fanno buoni caciocavalli in tutta la Calabria, o meglio in tutto il sud Italia, e la tecnica è più o meno la stessa per tutti, ma la differenza la fanno i pascoli, i climi, le mani dei casari. A Ciminà, ad esempio, il caciocavallo si fa a due testine, è un formaggio piccolo, allungato, caso unico nel panorama caseario; si lavora anche nella forma ovoidale classica. Il peso va da 400 grammi a 3 chilogrammi. Questo formaggio ha un’altra particolarità: si coagula ancora il latte crudo, di vacca e a volte anche parzialmente di capra, quasi sempre con caglio naturale di capretto.