Apprendiamo dalla viva voce di numerosi cittadini residenti in alcuni quartieri a nord della nostra città, che si sono rivolti a noi per chiedere “giustizia”, di alcuni disservizi che da tempo si protraggono nella zona.
Ci riferiamo principalmente all’improvvisata bizzarra segnaletica di divieto di sosta recentemente utilizzata, lungo la via Madonna dei Cieli, nelle vicinanze (a nord) dello stadio “Ceravolo” ove, per segnalare ulteriormente il divieto di sosta in concomitanza delle partite casalinghe della “nostra” squadra di calcio, i Vigili utilizzano (e pure senza adeguato preavviso) nastro plastificato bianco e rosso “ancorato” alla meglio a strani oggetti, quali ad esempio stendi-biancheria di plastica o vecchie sedie di legno e paglia.
Noi di Fli (i componenti del circolo Cz nord dapprima e, quelli dei circoli Cz sud, Giustizia e Pari Opportunità, coinvolti in un secondo tempo per individuare congiuntamente una eventuale soluzione da proporre) quasi quasi, al racconto dei concittadini, non volevano credere alle nostre orecchie ma, purtroppo, era tutto vero. Avevamo sentito bene.
D’accordo che siamo in piena crisi economica (benchè fino a qualche tempo fa il nostro Governo prima e tutte le altre Istituzioni a seguire, si affannassero a dire il contrario) e la carta costa tanti soldini, forse troppo per le povere casse comunali. Ma sostituire i “volantini-avviso” – un tempo distribuiti o affissi ai parabrezza delle auto che sostavano nella zona interessata – con nastro fissato agli “stendini”, appare un po’ eccessivo.
E che dire, poi, del particolarissimo sistema di raccolta dei rifiuti nella zona di Siano. Lì, non solo detta raccolta avviene saltuariamente (complice magari la recente chiusura di Alli, con successiva diminuzione dei centri di conferimento), una volta la settimana, come riferiscono i residenti; ma chi provvede allo svuotamento dei cassonetti, ignora i numerosi sacchetti posti in terra, accanto agli stessi.
Sembra quasi che, gli operatori addetti alla raccolta, in segno di protesta, lascino volutamente sul posto tutti quei sacchetti che non si trovano nei cassonetti. Ma cosa devono fare i cittadini della zona quando dopo numerosi giorni di mancato servizio, trovano i cassonetti già colmi? Dove devono conferire i propri rifiuti? Forse dovrebbero mettersi alla ricerca, in altre zone della città, di un cassonetto vuoto? Pare davvero eccessivo, quasi un paradosso.
Cogliamo poi l’occasione per ritornare brevemente ma significativamente su una problematica segnalata alcuni mesi or sono, ovvero la situazione delle scuole ubicate nel quartiere nord della città, una su tutte l’Istituto scolastico comprensivo Cz Nord “Manzoni”.
Come i catanzaresi ricorderanno, lo scorso mese di agosto, sul finire dell’estate, avevamo auspicato che, con la riapertura delle scuole per il corrente anno scolastico, i numerosi alunni di quell’Istituto (ivi compreso la succursale Anile e l’annessa scuola elementare “Bambinello Gesù” non dovessero ancora patire la mancanza di un’agibile palestra nella quale svolgere la prevista attività motoria. Ebbene, siamo oramai giunti alla fine di novembre ma, di sistemazione del lastrico solare del corpo di fabbrica adibito a palestra, neanche a parlarne. Ciò, nonostante a detta degli stessi tecnici del comune, ci sarebbe soltanto da dare “una sistematica alla guaina sulla terrazza”; spesa approssimativamente stimata in 500-600 euro. A questa somma si dovrebbe aggiungere la cifra necessaria alle opere di demolizione di un tramezzo (parete divisoria tra due aule non più utilizzate) per dar vita alla tanto agognata sala mensa. In quella scuola, infatti, i numerosi studenti che la frequentano, dallo scorso mese di marzo (anno scolastico 2010-2011), 2 giorni a settimana, (nel corso dello svolgimento del c.d. orario prolungato), invece di un più idoneo pasto caldo, sono costretti a consumare un frugale spuntino a base di panino o merendina, con notevole nocumento della loro salute. Gli stessi alunni sono altresì costretti ad utilizzare, “a mo di tavolino” , il medesimo banco sul quale, fino a qualche istante prima poggiavano libri, quaderni, zaino, ecc… (con “tanti saluti” alle norme igieniche).
Possibile mai che il nostro comune non abbia neanche i soldi per eseguire i pochi lavori edili atti a ridonare un pasto degno di tal nome ai giovanissimi alunni di una scuola che, se vogliono (o devono) studiare, non possono mangiare in modo adeguato?
Ci auguriamo, e non osiamo pensare il contrario, che nei fondi (mutui Cassa depositi e prestiti) per i lavori pubblici e l’istruzione, che la giunta ha recentemente deliberato di stanziare per la manutenzione straordinaria di numerosi edifici scolastici cittadini, possano rientrare, qualora non già previsti, anche questi piccoli – ma significativi per quanti frequentano quella scuola – interventi alla “Manzoni” e che, sin da subito, si affidino i lavori.
Se così non è, lo dicano pure apertamente, invece di fare vane promesse e vaghi tentativi di rinvio.
Nel concludere, si coglie l’occasione, quindi, per invitare quanti interessati nella vicenda, Amministrazione comunale, Asp, Autorità scolastiche a vari livelli, ciascuno per quanto di propria competenza, a volersi adoperare per la risoluzione di questo problema che si protrae da tanto, troppo tempo e rischia di diventare, oramai, una vera e propria “barzelletta”.