Prima d’iniziare questa striscia un doveroso augurio di pronta guarigione al Ds Angelo Sorace. “Direttò, forza abbiamo bisogno di Voi, però abituatevi che il Catanzaro è questo, il calcio a Catanzaro prende, sconvolge, trascina, quindi self control che un altr’anno sarà un DS di Prima Divisione”.
La tragedia di Marco Simoncelli che ha sconvolto lo sport italiano si è fatta sentire anche al “Ceravolo”. Prima della partita i tanti tifosi che erano fuori in attesa d’entrare allo stadio non discutevano della sfida che attendeva i giallorossi. Parlavano dell’assurda morte del ragazzo di Cattolica. Prima della partita il minuto di raccoglimento e gli appalusi del “Ceravolo” hanno salutato per l’ultima volta lo sfortunato pilota italiano.
Durante la fase di riscaldamento capiamo che il mister lancerà dal primo minuto il recuperato (ma non sarà così) Bruzzese in luogo d’Esposito. Ricciardi rientra al posto di Narducci. Le insidie del rilassamento dopo Perugia ci stanno tutte e Cozza aveva messo in guardia la squadra. L’Aprilia noi l’aspettavamo così. Non è una squadra che è venuta a fare le barricate e come tutte le neopromosse, lo stadio, l’ambiente (a proposito quattromila spettatori) ti triplica le forze e anche uno come Siclari che da noi non aveva per niente impressionato può diventare campione.
E’ un 4-3-3 quello che schiera il tecnico Vivarini con Siclari, Foderaro e Ceccarelli che a turno rientrano per dare una mano ai centrocampisti. All’inizio pure con l’Aprilia che tenta di conquistare campo le occasioni sono del Catanzaro. La nostra prima azione è pericolosissima. Gigliotti a destra (che poi pian piano sparirà dal gioco) parte sulla fascia e Masini per poco non ci arriva. Sull’angolo di Squillace, Carboni appostato sul primo palo gira di testa a rete e colpisce la traversa. Per la seconda occasione dobbiamo aspettare altri 20 minuti e sono Gigliotti prima e Squillace dopo a sfiorare il vantaggio. Nel frattempo l’Aprilia era venuta fuori, Maisto nel mezzo non entra in partita e sarà così per tutti i novanta minuti. Ulloa che ha il compito di recuperare i palloni prova a fare il Maisto ma con scarsi risultati. Sulle due fasce siamo invece bloccati, a sinistra Squillace non è lui mentre a destra Gigliotti come suddetto si spegne lentamente. Loro tengono altissima la squadra con il difensore di colore Diakite che è insuperabile. Fanno bene il possesso palla, verticalizzano sulle ali, in pratica giocano come dovremmo fare noi.
I nostri due uomini di maggiore classe, Masini e Carboni oggi non sono in giornata di grazia e tutta la squadra soffre, non siamo bravi nelle ripartenze e molte volte serviamo gli attaccanti che hanno sempre il difensore dietro le spalle, mai in profondità. Possesso palla neanche a parlarne. Il primo cambio lo perdiamo dopo venti minuti, Bruzzese non è pronto e con Bugatti almeno abbiamo un attaccante di peso. Proprio l’argentino leva le castagne dal fuoco. Azione d’angolo battuto a due, schema provato e riprovato in allenamento e Bugatti di testa segna il goal del vantaggio anticipando il portiere. Neanche il tempo di festeggiare che Siclari se ne va sulla destra facendo il Jair bianco (e lo stesso accade nel secondo tempo e allora qui c’è da meditare), Ricciardi l’aspetta e non chiude e sul secondo palo imbecca Criaco che di testa buca Mengoni.
La ripresa inizia e non c’è Accursi, ha un fastidio al tallone. Entra il lungo Papasidero, ci guadagniamo sulle palle alte ma in velocità ne perdiamo. La nostra difesa soffre maledettamente la parte sinistra, dove opera Ricciardi. Il centrocampo non fa da schermo e Siclari per venti minuti fa il fenomeno facilitato da Ricciardi che anziché affrontare l’avversario arretra. Il loro goal è nell’aria perché noi non riusciamo a salire. Maisto perde palla spesso e volentieri, Ulloa va in confusione e i nostri uomini offensivi con molta facilità sono controllati dagli avversari. Ci segnano con la solita percussione da destra. Il goal è convalidato ma è in netto fuorigioco. In ogni caso meritano il vantaggio e c’è poco da discutere. Non reagiamo ma l’Aprilia non si accontenta e continua a giocare e forse sarà proprio quella la sua rovina.
Il Catanzaro getta il cuore oltre l’ostacolo. Ha un pubblico di categoria superiore che scende in campo incitando i ragazzi e diventa il dodicesimo uomo. In mischia sempre su calcio piazzato Papasidero indirizza verso la porta, c’è una mezza deviazione e riusciamo a riprenderci il pareggio che sa d’oro per come si era messa la partita. Sul 2-2 l’Aprilia prova ancora a vincere. Il calcio è bello per questo ma per i laziali alla fine sarà un harakiri perché non avevano fatto i conti con la dea bendata che ogni tanto si ricorda delle Aquile ma anche con il lampo di Masini che tutti ci aspettavamo. Finalmente salta Diakite, se ne va sulla destra e la mette dentro sul primo palo. Bugatti ci mette l’anca e devia il pallone alle spalle di Bifulco. Il boato del Ceravolo è spaventoso, siamo in vantaggio ma attenzione perché le rondinelle ancora sono vive. Nei sette minuti finali ci provano con un tiro da fuori che ci fa tremare.
Il Catanzaro ha vinto ma non ha convinto. Non doveva però essere questa la partita che doveva convincerci di qualcosa. Sappiamo bene che questa squadra manca di qualche elemento che registri la difesa e il centrocampo. Le vittorie così sono le più belle, ma proprio da queste partite bisogna capire che per stare la sopra hai bisogno di quei puntelli necessari. Nessun appunto ai ragazzi che ringraziamo per tutto quello che stanno facendo, sia chiaro. Per vincere il torneo ci rifacciamo sempre alle parole di Cozza: arriviamo fra le prime quattro a dicembre e poi vinceremo il campionato.
Forza Mister e Forza Sorace a gennaio vi vogliamo al calciomercato. Noi ci vediamo a Campobasso prima e a L’Aquila dopo, Forza Giallorossi
SF