Intervistiamo

Why Not: slitta ancora inizio processo d’appello

E’ slittato per la seconda volta l’avvio del processo d’appello per 16 imputati coinvolti nell’inchiesta “Why not”, su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria, che in primo grado sono stati giudicati con rito abbreviato. Difetti di notifiche hanno reso necessario il rinvio al prossimo primo dicembre, dopo che già il 23 giugno scorso tutto era stato spostato ad oggi a causa dell’astensione dalla aule voluta dall’Organismo unitario dell’avvocatura per protestare contro la mediaconciliazione obbligatoria. Tra gli altri, il giudizio di secondo grado riguarda i due ex presidenti della Regione Calabria Agazio Loiero e Giuseppe Chiaravalloti, per i quali i sostituti procuratori generali Eugenio Facciolla e Massimo Lia hanno impugnato la sentenza di primo grado del 2 marzo 2010 contestando l’assoluzione per il reato di abuso di ufficio nei confronti di Loiero, relativamente al solo capo d’imputazione attinente al progetto regionale finalizzato al censimento del patrimonio immobiliare; e l’assoluzione per il capo d’accusa relativo al progetto chiamato “Ipnosi” nei confronti di Chiaravalloti. Il ricorso presentato dalla pubblica accusa all’inizio dello scorso dicembre riguarda inoltre altre posizioni di imputati completamente assolti al termine del rito abbreviato, oltre ad Agazio Loiero e Chiaravalloti, e cioè: l’ex assessore regionale della Giunta Chiaravalloti Gianfranco Luzzo; Tommaso Loiero, dirigente della Regione Calabria e fratello dell’ex governatore; il segretario della Giunta Loiero Nicola Durante; i funzionari Giuseppe Fragomeni e Pasquale Anastasi; Enza Bruno Bossio e Franco Nicola Cumino.

La Procura ha impugnato la sentenza anche relativamente alla posizione di tre persone condannate, ma contestualmente assolte per parte delle accuse, e cioè gli imprenditori, Antonio Saladino, ex leader della Compagnia delle opere in Calabria e principale indagato di “Why not”, condannato a 2 anni di reclusione solo per alcuni capi, Giuseppe Antonio Lillo, condannato a un anno e 10 mesi; e Pietro Macri’, condannato a 9 mesi di reclusione e 900 euro di multa. Il processo d’appello si terrà, infine, anche per altre quattro persone che sono state condannate e che hanno impugnato la sentenza del giudice dell’udienza preliminare Abigail Mellace, e cioè: Antonio La Chimia, cui e’ stata inflitta la pena di un anno e 10 mesi di reclusione; Vincenzo Gianluca Morabito, che ha avuto 6 mesi e 600 euro di multa; Francesco Saladino, che ha avuto 4 mesi e 300 euro; Rinaldo Scopelliti, che ha avuto un anno. Per quanto riguarda Saladino, Lillo, Luzzo, Macri’ e Bruno Bossio, la pubblica accusa contesta, in particolare, l’assoluzione per il reato di associazione a delinquere – per gli altri il ricorso riguarda il reato di abuso in atti d’ufficio -. A marzo 2010 il gup, oltre alle decisioni sugli abbreviati (conclusisi con 8 condanne e 34 assoluzioni totali), pronunciò anche 27 rinvii a giudizio (il processo dibattimentale e’ in corso e riprenderà il 20 ottobre) e 28 proscioglimenti per coloro i quali non chiesero il rito alternativo. La Procura ha proposto anche ricorso alla Corte di cassazione contro 6 proscioglimenti, ed il 20 luglio scorso ha ottenuto ragione dal Giudice supremo che ha annullato quelle decisioni, rinviando gli atti nel capoluogo calabrese per una nuova udienza preliminare.

Autore

Salvatore Ferragina

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